I fondi Urban: 1 milione e mezzo sparito nel nulla

Franco Ambrogio: Vicino a lui Evelina la patatina quando mangiava con la sinistra

Consiglio comunale del 18 ottobre 2004. Sindaco Eva Catizone.

Si discute dell’accensione di quattro mutui con la Cassa Depositi e Prestiti per finanziare la ristrutturazione di alcune aree e l’eliminazione delle barriere architettoniche al Teatro Rendano, i lavori di recupero di piazza Valdesi, i lavori di allestimento museale nell’ex convento di Sant’Agostino e i lavori di riqualificazione di piazza Spirito Santo. Per un ammontare di un milione e mezzo di euro.

Perché si è deciso di ricorrere ai mutui se erano opere inserite nel programma Urban?

Le parti in causa hanno sciorinato ricostruzioni cronologiche ed esibito documenti quasi come se ci si trovasse in un’aula di tribunale, con tanto di pubblico ministero e avvocati.

La giunta Catizone e la maggioranza sostenevano che la dirigenza comunale dell’epoca avesse gestito male i fondi provenienti dalla “premialità” per avere speso meglio degli altri i fondi Urban.

I manciniani, non più in maggioranza, replicavano che questi fondi non erano mai esistiti per responsabilità risalenti proprio a Eva Catizone quando era assessore all’Urbanistica della giunta Mancini.

Ecco la posizione dell’allora vicesindaco e assessore all’Urbanistica Franco Ambrogio.

“Abbiamo accertato che nel 2001 è stata stipulata una convenzione tra Comune e ministero dei Lavori Pubblici sui cosiddetti “progetti sponda” del piano Urban nella quale si prevedeva un cofinanziamento ma le risorse impiegate sono state totalmente comunali. Nel gennaio 2003, sulla scorta di una lettera al sindaco del dirigente dei Lavori Pubblici (l’ingegnere Luigi Zinno, ndr), abbiamo appreso che il ministero non aveva stanziato fondi e avremmo dovuto reperire altre risorse di bilancio. Oggi l’operazione non è più possibile e dobbiamo ricorrere ai mutui”.

Questa la replica di Pietro Mari del Pse.

“Nell’ottobre 2003 il dirigente dei Lavori Pubblici (sempre Luigi Zinno, ndr) ha scritto una lettera al sindaco nella quale la informava che la “premialità” non esisteva e che anche l’assessore Giuseppe Leporace (all’epoca titolare della delega all’Urbanistica, ndr) era a conoscenza, dopo un consulto al ministero, della situazione. Eppure si è andati avanti con appalti e imprese. Non volevano ammettere, evidentemente, che Cosenza non era più una città di serie A ma solo di serie B per quanto riguarda la “premialità”. Se il dirigente scrive che non ci sono soldi, se la giunta approva una delibera il 4 novembre 2003 nella quale prende atto che i soldi non ci sono, com’è stato possibile attendere un altro anno? E le imprese? Chi le paga?”.

Infine, le puntualizzazioni di Vincenzo Adamo (Pse).

“Le voci relative ai fondi Urban sono state deliberate il 29 settembre 2000 e portano la firma dell’ingegnere Franco Collorafi. Il 29 settembre 2001, per coprire il costo delle opere del piano triennale, si è fatto ancora riferimento a Urban. Nel 2002 si approva il piano per i lavori di piazza Valdesi e piazza Spirito Santo con i fondi Urban e poi, a ottobre 2003, si scopre che i fondi non arrivano. Ma nel frattempo i protagonisti sono cambiati: prima erano Leporace e Cersosimo (era l’assessore al Bilancio della giunta Mancini, ndr), ora sono Catizone e Ambrogio… Quando cambiano gli attori, cambiano le modalità!”.

Da allora non se n’è saputo più nulla.