I segreti di Pueblo Catanzaros: Don Joao, Caterina e l’arrivo di Silvio dè Lordones

“I segreti di Pueblo Catanzaros”
Dove eravamo rimasti… RIASSUNTO DELLA PRIMA PUNTATA
Don Joao Fernando Tallinaos, un nobiluomo perdutamente innamorato della esuberante maestrina Caterina Assunta Abramas, scorge la sua bella al mercato in compagnia di un rozzo straniero, Salvatores de Lumbard Salvinos.
Tallinaos, folle di gelosia, decide di abbandonare il palazzo de’ Nobili per chiedere aiuto a Don Costanzos de Gaglianos che, tuttavia, ha già deciso di aiutare la fanciulla per ingraziarsi Don Cicontes dè Medici.

SECONDA PUNTATA
Per sostenere le ragioni del nobile Tallinaos giunge a Pueblo Catanzaros Reo Silvios dè Lordones, un discusso cavaliere, che aveva accumulato una incredibile ricchezza dedicandosi a costruire fortezze con maestria e pazienza, per questo motivo, i suoi manieri erano noti in tutto il mondo come “castelli di tolleranza”.
Ma il dè Lordones ha sempre un secondo scopo.
Per sostenere l’onore di Don Tallinaos pretende, infatti, che il nostro eroe si pieghi, senza remore, a sostenere il “diamante più prezioso del suo harem”. La bella e provocante Josephine Messaline Santellà.

La favorita dal cavaliere è dovuta fuggire dalla terra dei Bruti, dov’era finita nell’occhiuto del ciclone per aver depredato le casse dell’alcaldìa ed ora, il dè Lordones per poter ottenere le sue grazie, deve trovarle un porto sicuro dove poter far meno danni e, finalmente, concedersi.

Don Joao Fernando Tallinos, in attesa che il rampollo della casata dei dè Gaglianos termini il suo pellegrinaggio alla ricerca dei sacri voti da consegnare al suo popular ángelos, decide di recarsi con i suoi bravi alla gran fiestas delle Terme di Caramezia, per stringere l’accordo con il dè Lordones.
Alle terme il nutrito corteo dei Tallinianis, con in testa il suo viceré, Ivan de la Sagrada Maria, si schiude all’arrivo di una elegante carrozza.
Non appena i bianchi cavalli si arrestano, quattro valletti in livrea azzurra si affrettano ad aprire le porte. Dal cocchio non scese nessuno: era la giunonica Josephine Messaline Santellà.

A dire il vero la folla era tutta intenta a prostrarsi innanzi al dè Lordones. Chi si gettava a suoi piedi, chi gli leccava la mani, chi altro e chi, più prosaicamente, cercava di barattare il consenso con le attenzioni di una delle sue innumerevoli concubine.

In questa confusione Don Joao Fernando Tallinaos si prodigava ad incitare i suoi bravi affinché osannassero l’odalisca Brutia. Ma ecco il colpo di scena.
Proprio come un fulmine a ciel sereno compare la candida Caterina Assunta Abramas. Avvolta in uno sfavillante scialle verde ricamato appositamente per lei, nelle valli bergamasche, per esaltare i suoi lineamenti.
La splendida fanciulla, seguendo i consigli del terribile Salvatores de Lumbard Salvinos, che teme per la sua incolumità, è accompagnata da uno stuolo di feroci guardaespaldas.
Cavalieri senza macchia e senza paura, pronti a dare la vita pur di proteggere l’innocenza della bella Donna Caterina Abramas.
Su tutti Don Felipe Mancuso de la Lega, Marco Polifermo Assuntos de su papito, Anthony Orsino vassallo di Marina di sotto e Joseph Pisan de la ubicuidad.

Incontenibile l’ira funesta di Ivan de la Sagrada Maria che, senza neppure attendere un cenno da parte del suo sovrano, provvede a chiamare a raccolta i fidi scudieri.
I primi a digrignare i denti e sguainare la sciabola sono Dominico Cavallar de Mundizzas, Andreas Assuntos de su hermano Amendolas, Louis Levati devoto de Santo Joannes e il terribile Thomas Brutos de Assuntiones de su badante.
In un angolino a fregarsi le mani vi era Eginardo Celias Magnus, pronto a regalare al mondo l’epico scontro delle Terme. L’abilissimo suggeritore avea già principiato il suo racconto, per consegnarlo, senza remore, alla testata Pueblo-Informa. Il poema cosi iniziava “La disfida delle Terme. Nell’anno del Signore 2020, fu la gran vittoria di Marco el magnifico in Lametia…”.

Demolizione immobile famiglia boss ‘ndrangheta, prefetto Cosenza Galeone e Presidente Antimafia Morra

Oddio. Un grido squarciò l’aria nelle Terme e l’abile narratore ebbe a sobbalzare.
Il perfido Don Diego dè la Morras, indiscusso senor de l’asemblea plenaria contra el crimine, in combutta con l’ex prefetta Paola Mazzettas, aveva emesso una fatwa sul povero Don Tallinaos.
Così urlavano i banditori.
Non bastava aver subito l’onta del tradimento da parte della bella Caterina, ora anche la scomunica.
Al nostro Don Tallinos non rimane ache rivolgersi alla monaca dei Coculi.
Riusciranno i nostri eroi a coronare il loro sogno d’amore ?
Tornerà la pace a Pueblo Catanzaros ?
Lo saprete continuando a leggere “I segreti di Pueblo Catanzaros”.
(Se non ci sparano prima i Cinghialos de Consentia…)