I Segreti di Pulcinella

  • Pulcinella è una maschera napoletana della Commedia dell’Arte nata fra il 1500 e il 1600 e diffusasi presto anche all’estero. Indossa un costume bianco con i calzoni larghi e un ampio camiciotto stretto con una cintura da cui pende il bastone o la daga, e porta una maschera nera e un cappello a cono bianco. Pulcinella incarna il popolano opportunista e volubile, pettegolo e linguacciuto, più furbo che intelligente, che si mette nei pasticci a causa della sua impulsività e delle sue alzate d’ingegno.
Segreto di Pulcinella
  • • Notizia o informazione che all’insaputa dell’interessato è nota a tutti, come i segreti confidati a Pulcinella, che questi non riesce a tenere per sé e ripete a sua volta a chiunque, sempre in gran segreto. (Dizionario dei modi di dire, Corriere della Sera)

«Segreto di Pulcinella», dunque, è un modo di dire della lingua italiana usato per indicare un segreto che non è più tale, qualcosa che ormai è diventato di pubblico dominio nonostante i tentativi di tenerlo nascosto da parte di chi lo detiene.

Pulcinella è una maschera particolare. Non serve due padroni come fa Arlecchino il veneziano ma è dotato di una fortissima e rivoluzionaria ironia, che lo porta istintivamente a prendersi gioco dei potenti e a svelare i retroscena delle situazioni scottanti che il popolo vigliacco o gli stessi lecchini dei potenti gli rivelano e che lui, più o meno ingenuamente, rivela “in gran segreto”.

Da quasi sei anni ormai Iacchite’ sta diffondendo tutti i “Segreti di Pulcinella” che tutti i cosentini (e ormai anche tutti gli altri calabresi delle altre province, specie quelli di Catanzaro) conoscono ma che non hanno il coraggio di rivelare per paura che la magistratura e le forze dell’ordine, quasi totalmente corrotte, perseguano loro al posto di chi delinque.

A Cosenza tutti sanno che il sindaco cazzaro ha affidato (ora la pacchia è finita causa… dissesto) i lavori di somma urgenza alle ditte mafiose (oggi lo ammette anche la procura!!!). Tutti sanno che il sindaco ha mandato i delinquenti a picchiare Ivan Trinni per la questione delle cooperative e Giacomo Fiertler per la questione dell’ex bocciodromo. Tutti sanno che Potestio è stato il capo di gabinetto per rastrellare soldi e distribuire potere per conto del cazzaro insieme ai dirigenti prezzolati Pecoraro e Bartucci. Tutti sanno che a Piazza Fera gli appalti e i subappalti li ha controllati la ‘ndrangheta e che Giorgio Barbieri è un affiliato del clan Muto e del clan Morabito.

Tutti sanno che Occhiuto se l’è fatta per anni con Enza Bruno Bossio, alias Madame Fifì, e quando, spinto anche dalla megera sottobanco, è diventato sindaco di Cosenza ha “armato” una gigantesca “colletta” per pagarsi tutti i debiti personali che aveva accumulato negli anni.

Tutti sanno che il Cinghiale ha il comando totale della sanità cosentina e che il Cinghialotto è stato per oltre un decennio il suo ufficio di collocamento con la sua leggendaria cooperativa. Tutti sanno che all’Asp e all’Azienda Ospedaliera non si muove foglia che lui non voglia e che fa entrare ed uscire gli Oss, “assume” gli amministrativi, affida gli incarichi legali (Nicola Gaetano ne ha avuti centinaia per un totale di 800mila euro!!!), fa guadagnare 320 euro a cerchione per la manutenzione dei mezzi stradali ad un certo Michele Marchese (al quale poi lo stato parallelo fa incendiare la concessionaria…), ed ora affida le gare milionarie a una certa Giovanna Borromeo, più famosa come la compagna del “pappone” Gennaro Sosto.

Tutti sanno che compa’ Pinuzzo (e la figlia Katya) hanno sottoscritto un patto d’acciaio con un gruppo di palazzinari cosentini per far costruire palazzi e grattacieli con il marchio dell’edilizia sociale (pensa tu!) “regalando” loro milioni su milioni.

Tutti sanno che Nicola Adamo ha rubato impunemente per le pale eoliche, facendo passare le tangenti attraverso i conti correnti del suo prestanome Giancarlo D’Agni oggi passato a miglior vita. E tutti sanno che Madame Fifì, sua moglie, ha saccheggiato i fondi pubblici per l’informatica dall’inizio degli anni Novanta e per almeno un decennio.

Tutti sanno che anche Carletto Guccione, che pure si erge a moralizzatore, ha sottratto soldi alla Regione e quindi ai calabresi con la storia di “Rimborsopoli” e che dunque non è certo diverso dagli altri.

Tutti sanno che Enzo Paolini e gli avvocati del “cerchio magico” fanno soldi a palate con gli arbitrati e gli incarichi legali senza nessun pudore e nessuna vergogna: sono ricchi sfondati, continuano a fare soldi alle spalle della gente onesta e vorrebbero anche passare per gente perbene. E tutti sanno che lo stesso Paolini è il paravento dietro al quale si nascondono i terribili boss della sanità privata che rispondono ai nomi di Saverio (e tutti i suoi fratelli) Greco, Pierino Citrigno, Ennio Morrone, figli e parenti e ancora Carmine Potestio e i catanzaresi Poggi&Parente. Boss che continuano a rastrellare milioni di euro sulla pelle della povera gente. 

Tutti a Cosenza (e in Calabria) sanno queste cose ma non possono dirle in pubblico e allora le rivelano a “Pulcinella” perché vogliono che vengano scritte e vogliono leggerle la mattina, quando si svegliano, vanno in bagno e sanno che c’è un media che le scrive per sputtanare i potenti.

Sì, perché tutti sanno benissimo che affinché tutto rimanga un “gran segreto” c’è bisogno che buona parte dei magistrati e buona parte delle forze dell’ordine sia corrotto come e quanto i politici che coprono ignobilmente. E tutti sanno benissimo che a Cosenza non c’è un Tribunale ma un “porto delle nebbie” comandato da un magistrato, il famigerato Gattopardo, che da 30 anni delinque per coprire i suoi fratelli di loggia (coperta) perché la Città dei Bruzi è la capitale della massoneria deviata e ha esteso il suo potere fino all’ufficio a fianco del procuratore Gratteri, occupato fino a poco tempo fa dal degno compare di loggia deviata del Gattopardo ovvero Vincenzo Luberto. Ma, mi raccomando, non lo dite a nessuno: è un Segreto di Pulcinella!