Il ballottaggio dei fratelli Occhiuto

Finalmente sono usciti fuori i verbali di Adolfo Foggetti e le prime inquietanti verità sul nostro sistema politico. Sono contenuti nell’inchiesta della Dda sul malaffare a Cosenza, portata avanti dal pm Pierpaolo Bruni.

Una immensa lobby di potere che comanda a suo piacimento il flusso del denaro determinando le sorti di tutta la comunità. Una Tangentopoli che opera praticamente indisturbata dalla notte dei tempi con coperture spesso pacchiane dalle procure e dalle forze dell’ordine.

Finora sono stati pubblicati una serie di verbali secretati dai quali emergono gravi responsabilità per Enzo Paolini, Orlandino Greco e Marcello Manna.

Trattamento diverso per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Ma non perché non ci sia materiale contro di lui. Seguiteci attentamente.

L’ACCORDO PER IL BALLOTTAGGIO

Siamo al ballottaggio delle elezioni 2011. Mario Occhiuto è in vantaggio ma Paolini, nonostante i boicottaggi interni, è in pieno recupero.

Al primo turno il clan degli zingari ha votato per lui. La rimonta, prima ancora che sulla fronda interna di Nicola Adamo in carne e ossa, viene fermata da un altro fatto.

Useremo il condizionale perché, a differenza di altri, non siamo autorizzati a pubblicare i verbali. Loro ce l’hanno più sopra, come si dice a Cosenza, e della magistratura se ne fottono. A noi non vedono l’ora di sbatterci dentro.

Sarebbe Roberto Occhiuto a mettersi in moto per cercare e trovare il canale che porta al clan degli zingari. Mario non può rischiare in prima persona e per questo affare è meglio tenere fuori i Gentile. L’intermediario sarebbe un avvocato, Franco Sammarco. L’oggetto del desiderio un gruzzoletto di soldi, forse ventimila euro come prima tranche dell’accordo. Un bel pacchetto di voti, un migliaio come minimo, quelli che serviranno per arrivare a prendersi la città e che mancheranno a Paolini per concludere la rimonta.

L’operazione va in porto. Cosenza per la prima volta passa alla destra. Con la benedizione di tutto il potere politico.

Forse è la goccia che ha fatto traboccare il vaso per dare il via alla Tangentopoli cosentina.