Il “Fatto” becca in castagna Matteo Renzi: pubblica la lettera del pm al Copasir, ma l’atto era segreto….

(DI VALERIA PACELLI E GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – Mentre Matteo Renzi continua ad attaccare i magistrati fiorentini sul caso degli atti spediti al Copasir (il Comitato parlamentare che vigila sull’operato dei Servizi segreti), e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, invia gli ispettori in quella stessa Procura, si scopre che il leader di Italia Viva nella versione aggiornata del suo libro Il mostro ha riportato un atto che nel momento in cui è stato pubblicato poteva essere segreto. Un documento nella disponibilità del Comitato e che non è depositato nell’indagine Open, dove Renzi è imputato per concorso in finanziamento illecito (è in corso l’udienza preliminare). Nel libro, infatti, a pagina XVII, il senatore ha pubblicato la lettera che il pm Luca Turco spedisce l’8 marzo 2022 al Comitato che gli aveva chiesto gli atti dell’inchiesta Open. Documenti che per il leader di Italia Viva non potevano essere trasmessi perché era già intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione che ne ordinava la restituzione agli indagati, ossia all’imprenditore Marco Carrai, che aveva subito il sequestro a novembre 2019. Per questi fatti i pm Luca Turco e Antonino Nastasi sono stati pure denunciati da Renzi e Carrai a Genova, ma la Procura dopo aver iscritto i magistrati per abuso d’ufficio, ne ha chiesto l’archiviazione ritenendo quell’invio lecito.

Nel suo libro dunque, il senatore, dopo aver fatto riferimento alla decisione della Cassazione, scrive: “E cosa fa il pm Turco? Nel marzo del 2022 scrive al Copasir che aveva richiesto gli atti alla procura. E scrive testualmente: ‘Rappresento che l’annotazione Gdf 17.2.22 prot. 54737 contiene, tra l’altro, l’esito delle analisi dei reperti informatici sequestrati all’imputato Carrai Marco. Senonché, in data 18.2.22, la Suprema Corte ha annullato tale sequestro, con la conseguenza che le informazioni contenute in tale annotazione sono processualmente inutilizzabili. A fronte di tale annullamento, considerate le finalità istituzionali del Comitato, non condizionato da regole processuali, ritengo comunque doveroso trasmettere anche le sopra indicate annotazioni unitamente alla copia forense del materiale sequestrato al predetto Carrai’”. Come fa Renzi ad avere questo documento? Una fonte vicina al senatore lo difende: “Lo ha appreso dal vostro giornale”. Ma il Fatto non ha mai posseduto né pubblicato quel documento. Il 3 aprile 2022, in un articolo, abbiamo solo dato conto di ciò che era avvenuto tra le mura di Palazzo San Macuto, quando era stato sollevato un dubbio sulle carte spedite da Firenze. Dunque, se gli atti del Copasir sono segreti, come ha potuto pubblicare Renzi quella lettera? Avrebbe potuto fare un’istanza al Comitato, ma secondo quanto risulta al Fatto quella carta non gli è stata fornita ufficialmente dal Copasir. Inoltre gli atti di Firenze sono a protocollo riservato, mai depositato. Allora da dove proviene la lettera? Chi gliel’ha data ha commesso il reato di rivelazione di segreto d’ufficio? Su un fatto del genere dovrebbe indagare la Procura di Roma, ma non risultano fascicoli aperti. Ma se così dovesse avvenire in futuro – e siamo nel campo delle ipotesi – Renzi potrebbe essere convocato dai pm e come teste dovrebbe rivelare la sua fonte.

Era stato proprio il leader di Italia Viva a sollevare la questione delle carte inviate al Comitato dai pm di Firenze durante il question time al Senato del 1° dicembre, quando il ministro della Giustizia Carlo Nordio di tutta risposta aveva annunciato un’ispezione alla procura toscana.

Appena 24 ore dopo, il 2 dicembre, però è stata depositata a Genova la richiesta di archiviazione per i pm fiorentini Turco e Nastasi, iscritti per abuso d’ufficio dopo gli esposti di Renzi e Carrai. Per i magistrati liguri, dunque, i colleghi non hanno commesso alcun reato nell’inviare al Copasir gli atti sequestrati all’imprenditore Marco Carrai. Piuttosto, è scritto nella richiesta di archiviazione, si è trattato “di una doverosa comunicazione istituzionale a un organismo parlamentare, i cui membri sono tenuti al segreto”. La lettera del pm Turco al Copasir è stata depositata anche nell’indagine genovese. Ma quando il leader di Italia Viva scrive il libro non c’era ancora la richiesta di archiviazione e dunque Renzi non può aver chiesto copia di quegli atti. E così la domanda resta: il senatore poteva avere e pubblicare quel documento segreto?