“Il mostro sullo Stretto”: sette ottimi motivi per non costruire il ponte

RECENSIONE: “Il mostro sullo Stretto” di A. Mangano, A. Mazzeo – Ovvero “Sette ottimi motivi per non costruire il ponte”, come recita il sottotiolo di quest’opera.

Partendo dal cosiddetto Club del Cemento, la Lobby del Ponte, che comprende tra gli altri Impregilo (la fusione di un gruppo di aziende facenti capo al gruppo FIAT-Agnelli come Cogefar, Impresit e Lodigiani, ndr), la “rossa” Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna e un altro buon numero di aziende, il lavoro di Mangano & Mazzeo fa venire alla luce un intreccio di affari del tutto trasversale, dalle condotte assai poco cristalline e dagli evidenti conflitti di interessi a ogni livello.
Al secondo punto troviamo l’impatto sociale che la costruzione di quello che potrebbe essere il più gigantesco manufatto mai realizzato, che, dagli espropri alla realizzazione dei cantieri fino all’impatto urbano, legato alla salute degli abitanti, stravolgerebbe inesorabilmente le aree da entrambe le coste.
Segue l’evidente probabilità, percentualmente altissima, di infiltrazioni mafiose (che non descrivo nemmeno per sommi capi perché è da leggere), mentre al quarto c’è l’effetto diseconomico, ovvero quanto il Ponte rappresenterebbe un immane disastro per i conti pubblici, anche sulla base della fallimentare esperienza dell’Eurotunnel sotto la Manica.

Tralasciando l’illusione della creazione di nuovi posti di lavoro, anche secondo le stime più ottimistiche, al sesto punto c’è poi l’impatto ambientale, con il vero e proprio sterminio di un ecosistema unico nel suo genere, dal profilo paesaggistico a quello dei fondali marini, fino al rischio archeologico, ben presente almeno quanto quello sismico (ricordiamo che la città di Messina venne praticamente distrutta nel terremoto del 1908, di magnetudo 7.1 Richter, sisma che devastò pesantemente anche Reggio Calabria, ndr).
Infine, relativamente inaspettato, la militarizzazione che si verificherebbe a Ponte ultimato, con un’idea neanche tanto nascosta di Ponte-Fortezza, vero e proprio avamposto militare sul Mediterraneo dall’utilità piuttosto discutibile, ma vero e proprio volano di nuovi e produttivi interessi, soprattutto economici, del complesso militare-industriale.
Un lavoro accurato che ha il pregio di dimostrare, anziché dichiarare, tutte le possibili conseguenze di quello che potrebbe addirittura diventare il più grosso, e il più devastante, fiasco della storia mondiale dell’edilizia.

Quali sono i veri obiettivi che muovono da anni la cosiddetta “lobby del Ponte sullo Stretto di Messina”? È vero che la costruzione della mega-opera sarà un disastro per i conti dello Stato? E quale sarà il reale impatto dei cantieri sulle popolazioni?

Sono alcune delle domande a cui risponde il volume “Il mostro sullo Stretto – Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte”, scritto dai ricercatori Antonello Mangano e Antonio Mazzeo di Terrelibere.org.

Il libro, edito da Sicilia Punto L, sviluppa le argomentazioni contrarie al Ponte, riportando ragioni note (ambiente, mafia, impatto occupazionale) e proponendo questioni meno conosciute (militarizzazione del territorio, conflitti d’interesse, fitta ragnatela di società ed aziende coinvolte).

Rappresenta uno strumento indispensabile per costruire e rafforzare l’opposizione contro la costruzione del Ponte sullo Stretto; fornisce le motivazioni e le informazione utili a comprendere le ragioni del No e a smontare le argomentazioni mendaci e truffaldine dei sostenitori dell’opera. “Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una retorica della privatizzazione, ad un attacco frontale allo Stato ed ad ogni forma di presenza pubblica in economia che oggi può essere letto in maniera diversa”, scrivono Antonello Mangano e Antonio Mazzeo.

“Lo Stato è rimasto stazione appaltante ed assicura alle imprese private profitti al riparo dalla concorrenza, rischi di mercato, verifiche di efficienza. L’arretramento dello Stato, lungi dall’assicurare efficienza, ha significato riduzione di regole e controlli, discrezionalità dei “General Contractor” nell’assegnazione di subappalti o nella gestione privatistica di fondi e voci di bilancio, con perdita di rilevanza penale di comportamenti dannosi per la società. Ha significato nei fatti maggiore spazio per la criminalità, l’annullamento dei diritti dei lavoratori, l’allontanamento di imprese che non accettano tavolini di spartizione, la penalizzazione della qualità e dell’efficienza.

In questo scenario s’iscrive il devastante progetto del Ponte sullo Stretto di Messina”. Il libro si apre con l’analisi del “club delle grandi opere” legato trasversalmente alle forze politiche ed “abituato alle spartizioni, alle presenze incrociate che annullano controlli e concorrenza, alla depredazione delle risorse”. Si prosegue con uno studio sull’impatto sociale dell’opera, in un territorio fragilissimo dal punto di vista socio-economico: i cantieri e la vita quotidiana, l’inquinamento, la salute delle popolazioni, gli espropri.

Ancora, il ruolo delle mafie sotto un duplice aspetto: l’inserimento della criminalità locale che controlla il territorio nei subappalti ed il tentativo già avvenuto della grande mafia internazionale di finanziare direttamente l’opera. Fondamentale e trascurato, l’impatto sui conti pubblici, dove sono stati sovrastimati i vantaggi e gli utili e sottostimati i costi.

Si analizza poi l’impatto ambientale dell’opera su un paesaggio dal valore unico, “già deturpato da abusivismo ed incuria e che oggi si trova al bivio tra l’affossamento definitivo ed un possibile rilancio”. Infine il capitolo sulle ancora troppo poco conosciute convergenze tra gli “amici del ponte” e i conflitti che insanguinano il pianeta.

Il Ponte stesso genererà nuovi processi di militarizzazione nell’area dello Stretto, come se non dovessero già bastare le servitù di basi e infrastrutture convenzionali e nucleari che soffocano il Mezzogiorno d’Italia.

Scheda del volume

Titolo: Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte.

Autori: Antonello Mangano e Antonio Mazzeo

Editore: Edizioni Sicilia Punto L, Ragusa.

Pagine: 104.

Indice del volume

1 Il club del cemento. Perché il Ponte è affare per pochi.

2 Impatto sociale. Perché il Ponte stravolge la vita della comunità.

3 La Mafia. Perché il Ponte ripropone il dominio criminale.

4 La diseccnomia. Perché il Ponte è un disastro per i conti pubblici.

5 Impatto occupazionale. Perché il Ponte non dà lavoro.

6 Impatto ambientale. Perché il Ponte distrugge l’ecosistema.

7 I militari. Perché il Ponte è collegato alla guerra