Il passo falso della ministra Lamorgese (di Adriano Sofri)

Il passo falso della ministra Lamorgese

di Adriano Sofri

La ministra dell’interno Lamorgese ha detto oggi alla Camera che il fascista di Forza Nuova Castellino, illegalmente presente nella manifestazione romana di sabato, si era già messo in luce parlando dal palco: “per il deciso protagonismo soprattutto nell’intervento a piazza del Popolo quando ha espresso la volontà di indirizzare il corteo verso la sede della Cgil. La scelta di procedere coattivamente nei suoi confronti non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico”. Giorgia Meloni ha accusato Lamorgese di riesumare la strategia della tensione.

Ora, Salvini e Meloni chiedono pregiudizialmente le dimissioni di Lamorgese ogni santo giorno da quando si è formato il governo, e questa era già una ragione per difenderla. Ma il discorso di oggi mi sembra indifendibile. Si era saputo (da un video trasmesso nel programma televisivo di Nicola Porro, se ho letto bene) che l’assalto alla Cgil era stato annunciato al microfono dal palco in piazza un’ora e mezza prima che si muovesse il corteo. Oggi la ministra lo ricorda, e spiega che arrestare Castellino avrebbe nuociuto all’ordine. Ma il minimo che la polizia dovesse fare, dopo aver ascoltato quell’annuncio, era presidiare la sede della Cgil in forze tali da scoraggiare o comunque impedire le velleità di assalto, invasione e devastazione di fascisti di Forza Nuova e promotori di “Io apro”. Pochissimi poliziotti sono stati lasciati davanti al portone chiuso della Cgil, solo per essere insultati e malmenati dagli squadristi. Continuo a ritenere (sperare) improbabile che ai vertici della polizia si sia deciso di “lasciar fare” agli squadristi, e che piuttosto si sia data una prova madornale di insipienza. Ma anche le prove di insipienza, così grosse e così grossolanamente giustificate, salve informazioni diverse e finora non date, meritano una richiesta di dimissioni.

In subordine, bisogna annotare che l’intero uditorio dei manifestanti riuniti in piazza del Popolo aveva ascoltato il programma di Castellino senza battere ciglio. A loro non si può chiedere di dimettersi. Ma sì di rileggere quello che hanno detto dopo i fatti per rivendicarsene ignari ed estranei.