Il Ponte insostenibile: l’ambiente e il paesaggio (di Mario Tozzi)

Il geologo Mario Tozzi da tempo porta avanti la sua battaglia contro la realizzazione del ponte sullo Stretto e lo fa con dati alla mano. Il Ponte insostenibile continua con altre documentazioni importanti
di Mario Tozzi
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I tempi cambiano, i luoghi comuni restano.
11) Chi si oppone al ponte è razzista perché al sud non si fa mai niente.
Io mi oppongo a tutte le opere inutili, comprese bretelle, pedemontane e altre amenità, dovunque siano.
12) Basta con i no.
Lo dico anche io, basta con quelli sbagliati: lo scolmatore del Bisagno a Genova bisogna realizzarlo subito, così come gli impianti di trattamento biologico dei rifiuti. Che c’entra col ponte non si capisce.
13) gli italiani sono grandi costruttori di ponti.
Vero, però negli ultimi 10 anni ne sono crollati una dozzina.
14) i romani costruivano ponti, gli egiziani le piramidi, i francesi la tour Eiffel.
Ne prendiamo atto, ma erano altri tempi e le considerazioni ambientali di là da venire. Oggi l’Italia divora 2 mq/sec di territorio, una cifra spaventosa. Ci sarà un limite alla nostra espansione, o pensiamo di poter vivere senza ambienti naturali?
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Il Ponte non danneggia ambiente e paesaggio.
Vediamo.
Circa 500.000 m3 di cemento, 8 mln di m3 di roccia da allocare, con l’apertura di cave e discariche per rifiuti speciali, 166.000 tonnellate di acciaio e cemento.
Stravolgimento dell’orografia, prosciugamento delle falde e dei laghi di Ganzirri, il tutto peggiorato dalla siccità attuale.
Il tutto in zone di protezione speciale e siti di importanza comunitaria che saranno sviliti e stravolti.
In cambio, a 1/10 della spesa risistemiamo imbarchi e adottiamo traghetti sostenibili. Ripristiniamo lo stato migliore dello stretto, non soffochiamolo con acciaio e cemento per sempre.
Seguiamo la Costituzione, articolo 41 integrato:
(…) L’iniziativa economica privata e’ libera. Non puo’ svolgersi in contrasto con l’utilita’ sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla liberta’, alla dignita’ umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.