Il Riesame su Lucano: “Sistema Riace fatto solo di brogli e stratagemmi contabili”

Per il Collegio del Riesame di Catanzaro, presieduto da Tommasina Cotroneo (Unicost) il “Modello Riace” che la stessa definisce “sistema Riace”, sarebbe esistito quasi esclusivamente per permettere a Lucano di continuare la propria ascesa politica e mediatica. A seguito dell’inserimento del Lucano, da parte della rivista “Fortune”, tra gli uomini più influenti del pianeta.

Le motivazioni del TDL, arrivate misteriosamente sulla scrivania di qualche cronista, dopo settimane di silenzio totale, descrivono Domenico Lucano, sindaco di Riace, indagato nell’inchiesta della procura di Locri denominata “Xenia”, al pari di tutti gli altri politici imbroglioni e ladroni di cui la nostra terra è piena.

Dice il collegio giudicante del sindaco di Riace: “Lucano non può gestire la Cosa Pubblica né gestire denaro pubblico mai e in alcun modo. Egli è totalmente incapace di farlo e, quel che ancor più rileva, in nome dei principi umanitari ed in nome di diritti costituzionalmente garantiti viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti”.

Va oltre il giudizio del Riesame che definiscono le azioni di Domenico Lucano un sorta di “delirio di onnipotenza” e di “volontà pervicace e inarrestabile di mantenere quel sistema rilucente all’esterno, ma davvero opaco e inverminato da mille illegalità al suo interno”.

Quella messa in piedi a Riace da Lucano, dice il Riesame,  “è una mala e opaca gestione, mille violazioni di legge e una volontà sempre più forte ed incontenibile di Lucano di dare una immagine al mondo esterno di un modello di integrazione e di salvarne ed esportarne le fattezze esteriori a tutti i costi, più che di far sì che quel modello apparentemente perfetto lo fosse invero realmente”.

Perciò, continua il Riesame, pur di mantenere questa immagine all’esterno di paese dell’accoglienza, Lucano, da freddo e cinico calcolatore, permetteva anche a chi aveva terminato la permanenza all’interno dei progetti Sprar di restare in paese, al sol fine di “pretendere” dalla prefettura l’erogazione del finanziamento, il tutto con la complicità dei tanti lavoratori delle associazioni a lui vicino.

Denaro e potere, questi gli obiettivi di Lucano secondo il Riesame, che non nasconde l’uso clientelare, per fini elettorali, del sistema accoglienza: “Egli vorrebbe mandare via quei parassiti, sottolinea il Riesame, da lui stesso assunti e remunerati ma la politica intesa certo, non nella sua accezione pura, glielo impediva così come il pacchetto di voti che a lui sarebbe derivato da quel sistema parassitario che gli consentiva di mantenere quel modello Riace, viziato ab origine”.

E per confermare questo, il Riesame, “pubblica” una intercettazione dove Lucano dice: “La politica mi tiene a me, sennò un minuto ci stavo a mandare a casa, la politica di merda mi tiene non pensare… perché soltanto di Città Futura (una delle associazioni estranea però, dall’inchiesta della Procura ndr) sono 100 voti, mi sono fatto un conto, tutti quelli che lavorano. Per quanto riguarda gli aspetti giudiziaria così a me conviene… ma intanto ovviamente accetto solo se sono primo della lista (i riferimenti sono a Piero Grasso, Laura Boldrini)…  ”

Sulla contabilità dei progetti da parte del Lucano, il Riesame è lapidario: “la contabilità è un brulicare di stratagemmi, emerso a piene mani dall’indagine, al fine di coprire i buchi contabili e giustificare le spese a seguito della chiesta rendicontazione da parte della prefettura… in modo da mettere pezze su pezze ed ottenere i finanziamenti che, in mancanza di documentazione giustificativa, non sarebbero stati erogati”:

E sull’onestà di Lucano il Riesame va giù pesante: “ allarma il disprezzo e lo sciupio, nella migliore delle ipotesi, del denaro pubblico ed il ruolo attivo di Lucano nel destinarlo a finalità diverse da quelle per le quali veniva erogato, la sua inerzia nel tollerare sottrazioni e distrazioni di denaro da parte di quel nugolo indistinto di persone entrate a far parte delle associazioni, il suo attivismo nel coprirle per fini elettorali e di ostinato mantenimento di quel modello Riace, pieno di illegalità, e la sua pervicacia nel continuare ad elaborare brogli e stratagemmi anche a fronte delle indagini in corso pur di non perdere i finanziamenti e mantenere intatta quella immagine perfetta di Riace, consegnata al mondo, in tutti i modi”.

Perciò, conclude il Riesame, necessita verificare con “un rigoroso accertamento” la situazione patrimoniale del Lucano.