Impianti di Lorica, Ferrara (M5s): “Si lavori per la definitiva e immediata riapertura”

«Si riaccendono le speranze sul tanto atteso avvio della stagione sciistica a Lorica e il mio auspicio non può che essere che la direzione intrapresa dalla Regione Calabria possa dare i risultati sperati».

L’eurodeputata Laura Ferrara commenta gli ultimi sviluppi sugli impianti sciistici di Lorica alla luce della riunione tenutasi ieri in Cittadella su questo argomento.

«Il progetto Pisl “Lorica Hamata in Sila Amena” per il quale ho più volte investito la Commissione europea – scrive la Ferrara – avrebbe beneficiato di 13 milioni 347mila di contributo pubblico (Assi 5 e 8 POR Calabria 2007/2013) e di oltre 3 milioni di euro di contributo privato. Come sappiamo dal 17 dicembre 2018 quest’opera è stata coinvolta dall’inchiesta “Lande desolate”. Proprio da questa inchiesta dipende il dovuto sequestro dell’impianto. Ma tale situazione, per il bene dell’economia locale e per evitare l’usura degli impianti, deve necessariamente essere sbloccata, senza dover attendere necessariamente gli esiti giudiziari, dai quale dipende – occorre ricordare – anche il pagamento o il disimpegno del saldo finale alle autorità competenti o il recupero degli importi che la Commissione ha già versato.

Leggo della volontà, da parte della Regione Calabria, di voler avocare a sé, per il tramite di Arsac  e Ferrovie della Calabria la gestione degli impianti. Mi auguro, laddove tale intenzione dovesse andare a buon fine, che inizi finalmente una stagione positiva per Lorica. La neve sull’altopiano silano è già scesa copiosa e l’apertura dell’impianto, mai entrato in funzione finora, potrebbe restituire a questi territori la loro naturale vocazione di un turismo invernale di qualità, senza invidiare nulla alle località alpine più note. Solo perseguendo una soluzione condivisa e virtuosa quest’opera risulterà utile al territorio. Le opere, una volta realizzate, devono funzionare ed essere sostenibili. Si lavori, dunque, affinché l’impianto non sia l’ennesima testimonianza del fallimento politico amministrativo della classe dirigente calabrese» conclude l’eurodeputata.