Impunità di gregge (di Marco Travaglio)

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Finora il Pd era celebre perché, quando andava al governo, non solo non cancellava le porcate della destra, ma completava pure quelle che la destra non era riuscita ad approvare (Jobs Act e art. 18, indulto, soglie di impunità fiscale, controriforme dell’abuso d’ufficio, dei pentiti, dell’ergastolo, del “giusto processo”, chiusura dei supercarceri di Pianosa e Asinara ecc.). Ora, anziché opporsi alla destra, anticipa le porcate della destra per cancellare le buone leggi rimaste. Come la Severino, approvata da destra e sinistra nel 2012 per frenare le orde grilline. Siccome per 10 anni la Severino ha funzionato, tenendo lontani dal Parlamento i pregiudicati con condanne superiori ai 2 anni (tipo B., Dell’Utri, Minzolini, Cuffaro, Formigoni ecc.) e dagli enti locali decine di sindaci, presidenti e assessori comunali e regionali condannati anche in primo grado, o arrestati, o sotto misure di prevenzione antimafia, la destra impunitaria vuole smantellarla. E quei gran geni delle capogruppo Pd Malpezzi e Serracchiani e dei senatori Pd Rossomando e Parrini, anziché dare battaglia, hanno presentato una proposta di legge dello stesso segno. Così Nordio, Sisto&C. non dovranno neppure faticare a scriverla: ci ha già pensato la cosiddetta opposizione.

“Noi – spiega Rossomando – proponiamo che non sia più possibile sospendere dalla carica gli amministratori con condanne non definitive”. Parrini si augura il “consenso da tutte le forze politiche” e Serracchiani si appella a Meloni: “Il governo ci ascolti”. Ma certo che li ascolterà. Anzi, tutta la destra voterà come un sol uomo la loro porcheria: vogliono tutti la stessa cosa. E, quando si tratta di impunità per lorsignori, le maggioranze sono sempre oceaniche. Noi non vediamo l’ora: sarà meglio di un film dei Monty Python o di Mel Brooks. Prendiamo un sindaco, o un presidente di Regione, o un assessore, o un consigliere arrestato: oggi, in base a una legge del ’90 (assorbita dalla Severino ed estesa ai parlamentari condannati, ma solo in via definitiva), viene sospeso dal prefetto. Con la controriforma Pd-destra, invece, resta lì come se niente fosse. Piccolo problema pratico: se sta in galera, come fa a esercitare le sue funzioni? Gli atti da firmare può portarglieli il segretario in parlatorio durante i colloqui. Ma le riunioni di giunta? Potrebbe collegarsi in videoconferenza dalla cella, come i pentiti. O riunire gli assessori in cortile nell’ora d’aria. Se invece è ai domiciliari, può convocare la giunta nella via sotto casa e dirigere i lavori dal balcone o al citofono. Come l’ex sindaco di Capannori (Lucca) che, detenuto a domicilio per tangenti e dunque ricandidato, dava appuntamento agli elettori alle 18 in punto davanti al suo portone e faceva i comizi dalla finestra.