Ispezione alla procura di Cosenza, che fine ha fatto l’interrogazione di Elio Belcastro?

Elio Belcastro da Rizziconi è stato deputato e anche sottosegretario all’Interno.

Non è proprio ciò che si dice un politico “modello”. Anzi, spesso si è rivelato decisamente “scorretto”.

Nel gennaio 2010 ha abbandonato il Movimento per le autonomie del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo che lo aveva fatto eleggere per seguire Enzo Scotti, Antonio Milo, Arturo Iannaccone e Luciano Sardelli nel nuovo partito Noi Sud che è poi confluito in quello dei Responsabili.
Componente della commissione Giustizia della Camera e della Bicamerale Antimafia, è passato alle cronache per aver teorizzato la “mafiosità positiva”. Che vuol dire? Per spiegare perché ritenesse Berlusconi “un grande”, in un’intervista ha detto: “Sa tutelarti. Dobbiamo tutelare i nostri interessi, essere meno cedevoli e servili. E mostrarci con una punta di mafiosità positiva”.

Un soggetto particolare, non c’è che dire.
Ma poiché difende apertamente Berlusconi è anche un garantista convinto.

ElioVittorioBelcastro

Parliamo di Belcastro perché il 28 febbraio del 2012, pur essendo un grande garantista, ha scritto una pesante interrogazione parlamentare chiedendo a gran voce un’ispezione ministeriale alla procura di Cosenza, che era già governata dal procuratore Dario Granieri.

“Diversi organi di stampa – affermava Belcastro nell’interrogazione – hanno pubblicato notizie relative alla procura della Repubblica di Cosenza, con riferimento a probabili indagini in corso, indagini che coinvolgerebbero esponenti del mondo politico ed istituzionale. Tali indagini, sempre secondo quanto riportato da organi di stampa, si protraggono da tempo”.
“Tale situazione – aggiungeva il deputato – appare grave e insostenibile in una regione come la Calabria in cui le collusioni che coinvolgono la criminalità organizzata ed interessi economici a volte poco chiari costituiscono un problema gravissimo da affrontare in modo tempestivo, giacché una giustizia efficace è certamente una condizione indispensabile al fine di far progredire le aree più svantaggiate del nostro Mezzogiorno. Collusioni che potrebbero essere favorite dalla cosiddetta ‘area grigia’, quella zona d’ombra che viene spesso sottovalutata. Inoltre, negli anni passati nella stessa Procura di Cosenza vi furono delle ispezioni ministeriali con esito ‘nullo’ nonostante dalle stesse sembra siano emerse delle ‘responsabilita’”.

A quasi quattro anni di distanza, non è mai stata data nessuna risposta. Cercheremo di contattare il soggetto e capire qualcosa in più: promesso!