Italia, crisi di governo: cosa succede ora. Tutti gli scenari possibili: dal Conte ter alle elezioni anticipate

In serata, dopo lo strappo di Renzi e le dimissioni delle due ministre di Italia “viscida”, Conte ha radunato il Consiglio dei ministri per votare le misure anti-Covid, il primo senza le ministre di Italia “viscida”. “Le dimissioni mi sono state comunicate attraverso una comunicazione via mail e le accetto. Naturalmente ho informato della situazione il Presidente Mattarella”, ha detto il premier aprendo la riunione di governo.

Un Consiglio dei ministri durante il quale i principali esponenti dell’esecutivo hanno fatto quadrato attorno al presidente del Consiglio con una serie di tweet e post su facebook. “Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto – ha detto Conte –. Ancora due giorni fa e oggi (ieri per chi legge, ndr) ho ribadito che avevo preparato una lista di priorità per un confronto da fare non appena approvato il Recovery, le misure anticovid, la proroga dello stato di emergenza, lo scostamento di bilancio. Non ci siamo mai sottratti a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili”, ha detto Conte ai suoi ministri. Per il premier Italia “viscida” si è assunta la “grave responsabilità di aprire una crisi di governo. Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri, per il notevole danno che si sta producendo per il nostro Paese per una crisi di governo nel pieno di una pandemia e di una prova durissima che il Paese sta attraversando”. Ma non solo. Perché Conte ci ha tenuto a sottolineare il valore della scelta di Italia “viscida”: “Se un partito fa dimettere le sue ministre, questo non può essere considerato un fatto estemporaneo, non si può sminuire la gravità di questa decisione”.

COSA SUCCEDE ORA

Il ritiro della delegazione delle ministre di Italia “viscida” dal governo apre una crisi politica nel governo Conte. Ecco quali sono tutti i passaggi che ora attendono l’esecutivo, i partiti, il Parlamento e il Quirinale. Il ritiro di due ministri non comporta necessariamente la fine dell’esecutivo, ma in questo caso, dopo le parole di Giuseppe Conte e di Matteo Renzi, sembra chiaro che il premier debba decidere come procedere.

Il presidente del Consiglio può ora salire nuovamente al Quirinale e rassegnare le sue dimissioni, oppure può chiedere di andare alle Camere per cercare una verifica dopo aver ‘congelato’ le dimissioni (prendendo l’interim o respingendole). In caso di verifica andata a buon fine, se cioè Iv trovasse una mediazione con la maggioranza e con il premier, l’esecutivo Conte 2 andrebbe avanti. Ma Conte, accettando le dimissioni, ha già deciso che il Conte 2 non andrà avanti.

Durante le consultazioni Mattarella dovrebbe chiedere alle forze politiche se hanno intenzione di dar vita a una maggioranza e con quale premier. Se l’attuale maggioranza indicasse nuovamente Giuseppe Conte come premier, ovviamente con un nuovo patto programmatico, potrebbe nascere il Conte ter.

Se invece non si trovasse questa quadra sul nome di Conte, si dovrebbe cercare un nuovo premier, espresso da Pd, M5s, Leu e Iv.

Durante le consultazioni potrebbe emergere anche una nuova maggioranza, anche se nei mesi passati dal Colle era stato fatto trapelare che conclusa l’esperienza dell’attuale maggioranza non si sarebbe potuto dar vita a una nuova alchimia. Ma data la situazione di emergenza, potrebbe nascere una maggioranza allargata con un premier istituzionale.

Se le consultazioni si trascinassero senza riuscire a individuare un nuovo governo, prenderebbe inevitabilmente forza la lettura di chi considera l’attuale Parlamento delegittimato dal voto alle regionali e dalla riforma sul taglio dei Parlamentari e sarebbe inevitabile sciogliere le Camere e andare a elezioni anticipate.