Italia Nostra: “Visita al castello di Squillace. Che delusione!”

I BENI CULTURALI. DI CHI SONO?

Si tende ad affidare sempre più frequentemente la gestione dei beni culturali a soggetti privati ma è evidente che gli interessi di questi incidano negativamente sulla manutenzione e sulla qualità dell’offerta culturale. Pertanto, con la gestione imprenditoriale si mette in atto la mercificazione del patrimonio collettivo a vantaggio dei privati oppure esso si abbandona al proprio destino e si sancisce la fine di un monumento con la reiterata motivazione della mancanza di fondi sia da parte dei privati che dello Stato.

È ciò che accade per le torri ed i castelli in Calabria: un caso emblematico è quello del castello normanno di Squillace (XI – XII sec.) con una lunga storia che inizia come fortificazione bizantina e dopo numerose vicissitudini diviene proprietà della famiglia Borgia e infine della famiglia De Gregorio, fino al 1783 quando il terremoto si abbatté sulla Calabria chiudendo per sempre un’Era.

Dunque, il castello di Squillace vale davvero una visita per le sue vicende storiche e per ciò che rappresenta ma viene proposto dai gestori come “luogo ideale per una pausa di lavoro, per una serata tra amici, per fare da sfondo al tuo giorno più bello ma anche battesimi, comunioni, compleanni”. Pertanto l’amministrazione del castello non come simbolo culturale e identitario di un territorio con finalità didattiche e scientifiche ma ad uso privato e “commerciale”.

La visita a questo monumento è a discrezione di chi lo gestisce e, a quanto pare, troppo spesso esso è chiuso anche negli orari di apertura. Il 14 maggio 2023 le sezioni Italia Nostra di Crotone, Casabona, Lamezia e Soverato – Guardavalle, dopo una partecipata ed esaustiva visita al parco Scolacium e al museo e dopo aver pranzato nel centro storico di Squillace, hanno atteso per un’ora e trenta l’apertura del castello che sull’orario indicato sul portone d’ingresso era previsto alle 16,00. Circa 50 soci venuti appositamente che hanno atteso fino alle 17,30 insieme a una famiglia proveniente da Bergamo per poi rinunciare e fare ritorno alla stazione di Catanzaro lido per il treno di ritorno.

Viene da dire: sempre meglio della fine che sta facendo la Torre Ancinale, meglio conosciuta come “Ravaschiera”. Anni di articoli, segnalazioni, proposte, non hanno prodotto alcun risultato, i proprietari, il Comune di Satriano e la Soprintendenza aspettano solo che crolli per buttarsi alle spalle il peso della sua manutenzione che, in questo caso, non interessa a nessuno. Eppure questo monumento sarebbe un punto di riferimento prezioso per il contesto in cui si trova, nel tratto finale del fiume Ancinale, a poche centinaia di m. dalla sua foce, con uno straordinario habitat naturale che ospita uccelli acquatici e tanta biodiversità. Ma forse il problema è proprio questo: il luogo si presta anche per ben altri progetti e la sorte dei beni culturali viene decisa da chi li possiede o li gestisce. Altro che beni collettivi!!!!

Italia Nostra Crotone

Italia Nostra Casabona e Valle del Neto

Italia Nostra Lamezia Terme

Italia Nostra Soverato – Guardavalle