La Calabria a Sanremo: nella serata delle cover i tributi a Mia Martini e Rino Gaetano

Certo, rispetto allo “strapotere” della Sicilia, che monopolizza alla grande la settantesima edizione del Festival di Sanremo – da Amadeus e Fiorello a Levante e Alberto Urso -, la Calabria quest’anno passa in secondo piano ma la mitica Mimì Berté, in arte Mia Martini, non solo continua ad essere presente ma ieri nella serata dedicata alle cover è stata l’artista più presente.

Due i tributi che sono stati riservati a Mimì. Il più raffinato, anche se il meno reclamizzato, è stato quello di Giordana Angi, che ha reinterpretato «La nevicata del ‘56», il pezzo scritto da Franco Califano con il quale Mia Martini è stata in gara a Sanremo nel 1990. Bravissima Giordana, che ha regalato un’interpretazione molto intensa ma più bravi ancora i Solis String Quartet, che l’hanno affiancata sul palco dell’Ariston. Il quartetto d’archi, composto da Vincenzo Di Donna, Luigi De Maio, Gerardo Morrone e Antonio Di Francia non è nuovo al Festival: può vantare molteplici collaborazioni con altri grandi artisti della musica italiana, da Baglioni a Celentano, da Mengoni ad Elisa, dai Negramaro a Noa. E anche ieri sera ha lasciato il segno, imprimendo alla canzone di Mimì un’atmosfera magica come quella della leggendaria nevicata su Roma del ’56. 

Ma il tributo del quale si parla di più è toccato al vulcanico Achille Lauro e ad Annalisa. Hanno scelto «Gli uomini non cambiano»: canzone molto difficile, e performance promossa a pieni voti. Achille Lauro non smette mai di sorprendere: dopo lo show in gara nella prima serata del Festival, nella quale si è spogliato rimanendo con addosso una tutina color carne, per la serata delle cover, si è presentato con un abito di raso verde smeraldo, una camicia a righe e una cravatta lamè di Gucci, truccato e vestito come Ziggy Stardust, alter ego di David Bowie. Una parrucca rossa e make-up marcato sugli occhi hanno reso chiarissima l’identificazione. Un omaggio a un mito della musica internazionale, proprio con una canzone di un mito della musica italiana.

Forse la scelta è caduta proprio sulla nostra celebre e sfortunata cantante per le tante cose che Achille Lauro sente di avere in comune con lei. Anche lui ha un fratello con cui condivide la passione per la musica (Federico De Marinis in arte Fet), così come aveva Mia Martini (sorella di Loredana Bertè, altro grande nome della musica italiana). Ma forse la scelta di quel brano in particolare è dovuta al fatto che anche Achille Lauro, come Mia Martini, ha vissuto un rapporto difficile con il padre. Quando lui aveva solo 14 anni i genitori si trasferirono in un’altra città lasciando Achille ed il fratello Federico (che di anni ne aveva 19) da soli a Roma. E forse nel testo che l’artista rap ha scelto di portare sul palco dell’Ariston nella terza serata vi è quella stessa amarezza e delusione che c’era nella voce della grande Mimì, quelle che hanno portato anche lui a chiudere definitivamente i rapporti con il padre.

 

Non solo Mia Martini, però. Nel super medley che ha attraversato tutta la storia del Festival dei bergamaschi Pinguini Tattici Nucleari è entrato anche un pezzo dell’altro mito calabrese della musica italiana, Rino Gaetano. In particolare, “Gianna”, il brano trasgressivo che aveva rotto gli schemi e contrassegnato la “contestazione” nel Festival di Sanremo del 1978, che gli valse il terzo posto e il grande successo e la popolarità. Non solo per il look ma anche per il testo. Fece un certo scalpore per l’impiego della parola “sesso”: “Un mondo diverso ma fatto di sesso, e chi vivrà vedrà”. Roba che al Festival non s’era mai sentita… I “Pinguini” sarebbero piaciuti moltissimo a Rino Gaetano, non c’è che dire.