La casta dei magistrati minaccia De Magistris

Siamo alle solite, la casta più potente e pericolosa d’Italia, quella dei magistrati, non perde occasione per lanciare l’ennesimo messaggio intimidatorio a chi osa criticare il suo operato. Si sa: i magistrati non si criticano, perché quello che decidono è sempre al di sopra di ogni sospetto, e questo per volontà divina. Loro possono tutto, non sbagliano mai, perché unti dallo spirito santo. Infatti la casta più potente e pericolosa d’Italia non ammette repliche alle proprie decisioni, e chi lo fa paga pegno: persecuzione giudiziaria, false inchieste, sentenze taroccate. I

A minacciare i cittadini liberi, questa volta, è la sezione di Catanzaro dell’Anm che a spada tratta difende l’operato del giudice e del pm del tribunale di Lamezia Terme che hanno condannato per diffamazione il sindaco De Magistris a 4 mesi di reclusione. Secondo l’accusa e il giudice che ha accolto le sue richieste, De Magistris ha offeso l’onorabilità del giudice Murone, “accusandolo”, in una trasmissione televisiva, di avergli sottratto la famosa inchiesta “Why Not”.

De Magistris, dopo aver appreso della condanna, in una diretta FB, ha specificato  con parole garbate e rispettose nei riguardi del giudice e del pm, che lui il nome del giudice Murone non l’ha mai fatto, e per questo reputa la sentenza ingiusta. Cosa c’è di offensivo in queste parole proprio non si capisce. O meglio, si capisce eccome: i magistrati hanno sempre ragione, anche quando commettono evidenti abusi e reati. Loro se lo possono permettere gli altri no. E commentano, con una nota ufficiale, le parole pronunciate da De Magistris, così: “… non è accettabile, pur nella libertà di critica, l’allusione all’assenza di autonomia e indipendenza del giudice, nonché l’immotivato tentativo di instillare il dubbio che la decisione sia ispirata da logiche estranee e diverse da quelle proprie dei fini di giustizia. La giunta sezionale assicura vicinanza e sostegno alla collega coinvolta”.

Roba da Medioevo. Ai comuni mortali non è concesso neanche “alludere” sull’onestà e l’integrità dei magistrati, e nessuno deve permettersi di “instillare” dubbi nell’opinione pubblica, sull’irreprensibilità del loro operato. Sui politici, sui professionisti, si può dire tutto, su di loro no, perché i magistrati sono tutti onesti e bravi a prescindere. È nella loro natura essere corretti, un dono che come abbiamo già detto, arriva direttamente dal cielo.

La classica difesa della casta che invece non si pronuncia mai quando i loro colleghi vengono beccati con le mani nella marmellata. Infatti l’Anm di Catanzaro non si è mai espressa sul caso Petrini, o sul presidente del Tdl di Catanzaro, il celeberrimo e famigerato Valea, entrambi esperti massimi di… mazzette. Così come non hanno mai speso una mezza parola sui 15 magistrati indagati dalla procura di Salerno per corruzione e collusione con la ‘ndrangheta,  appartenenti tutti al distretto giudiziario di Catanzaro. Scena muta anche quando sono stati allontanati dalla Dda di Catanzaro pubblici ministeri corrotti. Bocche cucite anche sul caso Palamara. In questi casi non serve parlare, perché si sa: i panni sporchi, per loro, si lavano in famiglia. E poi, loro sono loro, e noi non siamo un c… perciò zitti e a cuccia se non si vuole fare una brutta fine.