La protesta di Alessandro Cimino davanti al Tribunale

Stamattina davanti al tribunale di Cosenza c’è stata la protesta di un cittadino di San Giovanni in Fiore, Alessandro Cimino, che ha denunciato (come fa ormai da un po’ di tempo) le contraddizioni di un sistema giudiziario totalmente sbagliato e che non esplica pienamente la legge, così come dovrebbe essere consono a fare.

Davanti all’ingresso del tribunale, munito di megafono e cartelli esplicativi ha raccontato in breve la sua storia e quella di alcuni suoi concittadini:

“Presidente Oreste Morcavallo (presidente dell’Ordine degli avvocati, ndr), le sue campagne pacifiche fra avvocati e assistiti non hanno funzionato. I miei procuratori si sono tenuti le prove inconfutabili nei loro cassetti. La sentenza civile è priva di particelle catastali (elementi importanti per le costruzioni, ndr) e l’area in questione (‘laddove la sentenza appunto vinta apparentemente dalla controparte’) combacia con la medesima delle due sentenze penali vinte da noi… abbiamo speso tanti soldi!”.

Insomma, una causa civile con una sentenza nella quale si dà ragione a entrambi i “litiganti” per non cambiare nulla da com’è adesso. Una sorta di storia “kafkiana” come ce ne sono tantissime, purtroppo, nel porto delle nebbie della procura di Cosenza.

La protesta non si rivolge solo al presidente Morcavallo ma anche al procuratore Capo Granieri:

“Il pm Barela ha ritenuto ovviamente infondato un procedimento penale di abusivismo a nostro carico. Un altro giudice di pace, G.Bevilacqua di S.G. in Fiore, ci ha assolti per non aver commesso il fatto in un secondo diverso procedimento penale. I due procedimenti contengono la medesima documentazione che la controparte ha usato nel civile. Entrambe le assoluzioni non sono state trasmesse al Dott. Palma che ha quindi mandato avanti una causa di possessoria inesistente”.

Una causa priva di fondamento, quindi, a detta del signor Cimino che intende protrarre la sua manifestazione per una settimana, fin quando non si troverà una soluzione al caso. Oggi intanto i carabinieri hanno tentato di far spegnere il megafono, hanno prelevato i documenti per un’identificazione, ma la protesta è andata avanti.

“Signor Presidente, il giudice Dott. Andrea Palma non ha voluto effettuare la c.t.u. tecnica. Non si comprende com’è possibile che non si sia accorto che mancavano: i numeri delle particelle dei terreni, non si è informato che l’intero atto amministrativo è stato revocato dall’architetto del Comune di San Giovanni in Fiore e uno dei testimoni è stato condannato per abusivismo e abbattimento casa!”.