La sai l’ultima di Di Maio? Se ne va con la Carfagna…

(DI GIACOMO SALVINI – Il Fatto Quotidiano) – Lei osserva, lui si muove. Lei “aspetta gli sviluppi”, lui quegli sviluppi li crea. La coppia è di quelle che fino a qualche anno fa – quando lui era un semplice iscritto al meet-up di Pomigliano D’Arco e lei una delle reginette del berlusconismo – sarebbero state impossibili. E invece oggi quella coppia, Mara Carfagna e Luigi Di Maio, non solo funziona a meraviglia nel nome di Mario Draghi. Ma potrebbe addirittura fondare un nuovo partito, stando ai rumors parlamentari. Sarebbe un “partito del Sud” che abbia come manifesto programmatico la tutela dei fondi del Pnrr per il Mezzogiorno. Come dire: “Se vincono i populisti perdiamo i soldi, con noi draghiani invece possiamo continuare a spenderli”. Fonti a lei vicine negano, ma gli avvicinamenti ci sono.

D’altronde, i due si piacciono (politicamente) e si corteggiano da tempo. Corregionali – Carfagna è di Salerno, Di Maio di Pomigliano – parlano agli stessi elettori. E il ministro degli Esteri si confronta con lei sui problemi, i finanziamenti e le traiettorie politiche della Campania. Si scrivono e si sentono spesso. Fanno anche molte iniziative insieme. Ad aprile hanno partecipato alla scuola politica dei “Riformatori” in Sardegna con Maria Elena Boschi, a inizio maggio a Napoli per un evento sulla cooperazione tra Italia e Israele sulla sicurezza alimentare (“erano molto affiatati”), fino alla convention di Sorrento “Verso Sud” organizzata proprio da Carfagna a metà maggio: Di Maio si è collegato via Skype perché era a Berlino per un vertice Nato ma in privato ci ha tenuto a farle le “congratulazioni” per l’evento e a elogiarla per la tre giorni in cui sono sfilate tutte le alte cariche dello Stato alla sua coorte. Sono i due volti “draghiani” nei rispettivi partiti e sperano che tra un anno, dopo le elezioni, l’ex presidente della Bce possa rimanere a Palazzo Chigi. E loro ministri, ovviamente.

Ora Di Maio ha aperto un fronte con Giuseppe Conte e sembra difficile che possa restare nel Movimento 5 Stelle. Lei, assicura chi ci ha parlato, invece resta ferma e osserva. Nelle ultime settimane in molti dentro Forza Italia hanno notato il suo silenzio. Sta con Mariastella Gelmini e Renato Brunetta ma non critica mai apertamente Silvio Berlusconi e la direzione del nuovo centrodestra salviniano. Non si esprime perché vuole capire se ci siano i margini per modificare la legge elettorale: “Se rimanesse il Rosatellum è difficile che Mara si sposti perché ha bisogno di essere rieletta e con lei una decina di parlamentari vicini­– spiega un forzista che la conosce bene – se invece si dovesse arrivare al proporzionale, Carfagna potrebbe decidere di fare il grande passo di cui si parla da anni”. Le prossime settimane, quindi, saranno decisive per capire il futuro politico di entrambi. Resta, però, il problema dei voti visto che fino ad oggi il loro consenso è stato trainato dalla forza del proprio partito (M5S e Forza Italia). Inoltre, non sarebbe facile occupare lo spazio centrista: se Calenda e Renzi corteggiano Carfagna da tempo, ieri hanno già detto “no” a Di Maio.

Che dopo le comunali stiano iniziando i movimenti nell’area centrista lo dimostra anche il caso Gelmini: la ministra degli Affari Regionali è in totale rottura con Forza Italia dopo la mossa di Berlusconi di sostituire il suo uomo, Massimiliano Salini, con Licia Ronzulli alla guida del partito lombardo. Sarà lei a fare le liste e Gelmini si sente tagliata fuori. Per questo si parla di un suo passaggio imminente, forse già la prossima settimana, in Azione di Calenda. Fonti di Forza Italia confermano che Gelmini “non si fa più sentire” e “non vive più la vita del partito”, mentre da Azione spiegano che “qualche avvicinamento c’è stato”.