La sorella, la segretaria, i sodali: l’irresistibile ascesa dei dieci ultrameloniani

(Concetto Vecchio – repubblica.it) – Adesso ogni sera nei tg compare lui: Tommaso Foti. Il volto bonario del melonismo. In genere ci dice che grazie alla nostra premier l’Italia è tornata a farsi rispettare nel mondo. Foti, 62 anni, un vecchio romualdiano di Piacenza, è in Parlamento da ventisei anni, ma mai era stato rincorso dalle telecamere come gli accade ogni santo giorno da capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

Anche Giovanni Donzelli è diventato un volto familiare. Duella forsennatamente nei talk. Ma lui in tv ci andava già quindici anni fa: Michele Santoro lo metteva contro Renzi rottamatore. Entrambi toscani. Entrambi politici-ragazzini. “Dov’è Donzelli? Chiamatemi Donzelli” lo evocava sul palco della festa dei dieci anni di FdI Ignazio La Russa, con l’aria di chi reclama la presenza del nipote. Ma Donzelli, a dispetto dell’aria da eterno studente, ha 47 anni. Ed è il capo dell’organizzazione di un partito del 30 per cento. Meloni ora lo ha nominato addirittura commissario a Roma: Mister Wolf contro l’ex maestro, Fabio Rampelli, accusato di correntismo.

I veri potenti in famiglia

In questi primi cento giorni abbiamo imparato a conoscere le idee di Gennaro Sangiuliano, il ministro della cultura che ad ogni occasione ingaggia il suo personale Kulturkampf. Dante era di destra. Via le parole straniere. Basta con i soldi ai film di sinistra. L’ossessione è picconare l’egemonia culturale della sinistra, un’impresa già portata termine da Silvio Berlusconi almeno trent’anni fa con le sue tv. La battaglia delle idee finora è stata affidata anche ad Eugenia Roccella, fresca di autobiografia (Una famiglia radicale, Rubettino): “L’aborto fa parte della libertà delle donne? Purtroppo sì”.

Cento giorni meloniani in dieci personaggi. I veri potenti però bisogna cercarli in famiglia. Come Francesco Lollobrigida, il cognato. “Lollo”. Ministro dell’agricoltura, ma in realtà molto, molto di più: il parente fidato, vicepremier ombra. Meloni, che è ossessionata dal tradimento, solo così si rassicura. Sullo stesso gradino, ma invisibile, la sorella, Arianna Meloni, la moglie di Lollobrigida. “Insieme siamo dinamite”, scrive nella sua biografia la presidente del Consiglio. Si fa vedere, quando serve, al partito, e in Transatlantico, tipo prima della formazione del governo. È la coordinatrice delle decisioni che contano.

L’eminenza grigia e la “nuova Meloni”

L’altra eminenza grigia è Patrizia Scurti, la responsabile della segreteria, che indovina i pensieri della leader, al punto dal portarle un bicchiere d’acqua quando la voce di Giorgia s’inceppa in un comizio. Lavorava con Gianfranco Fini, che è tornato a farsi vedere in giro dopo anni di piccato silenzio. Lei invece l’abbiamo vista al Quirinale, al giuramento dei ministri.

La più ambiziosa, dicono, è Chiara Colosimo, “la nuova Meloni”. Viene dalla Garbatella, come la premier. Arianna Meloni è stata la sua capo segretaria. Ha 36 anni e al pd Antonio Misiani, che in uno dei talk sul pos le aveva dato del tu ha risposto: “Mi dai del tu? Non siamo usciti insieme!”. Meloni alle politiche le aveva regalato il suo collegio, a Latina. Era in predicato di diventare ministra, o candidata in Regione, nel Lazio. Al prossimo turno.

Il richiamo della foresta

La sera, a casa, nel bilocale a Roma, Donzelli divide la cucina con Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario alla Giustizia, che ha suggerito di punire i giornalisti per la pubblicazione delle intercettazioni. Meloni l’ha voluto lì per marcare Carlo Nordio. “Noi siamo garantisti nella fase delle indagini e giustizialisti nell’esecuzione della pena”, è il suo mantra, che vigila affinché le pene alternative non prendano il sopravvento rispetto al carcere.

È una classe dirigente che sa di avere addosso gli occhi dell’Europa. Ogni tanto tuttavia qualcuno cede al richiamo della foresta. Sui vaccini, sull’italianità. Il liceo del made in Italy, è una delle proposte di legge avanzate. Il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, in veste di commissario della buoncostume, ha proposto il carcere per i clienti delle prostitute se sorpresi svestiti in luogo pubblico, come ha rivelato l’altro giorno Repubblica. Foti ha suggerito di uccidere i cinghiali che scorrazzano per Roma con carabine caricate col sonnifero. “Auguri ai rosiconi e ai nostri nemici”, ha scritto a Capodanno Arianna Meloni, pubblicando una foto con la sorella Giorgia mentre brindano entrambe all’anno che verrà. È questo il nuovo partito conservatore.