Lamezia 2019: Pegna, la Lega e la “battaglia” di Wanda Ferro

A Lamezia Terme il ballottaggio tra Paolo Mascaro e Ruggero Pegna è diventato infuocato dopo le rivelazioni riguardanti i legami tra il sindaco uscente e un faccendiere che è stato arrestato per usura ed estorsione qualche giorno fa. La posta in palio, del resto, è molto alta e il confronto, tutto interno al centrodestra, riflette quanto sta accadendo anche per la designazione del candidato alla presidenza della Regione.

Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono Pegna mentre la Lega aveva già dichiarato in partenza che non avrebbe sostenuto il manager di spettacoli.

“Siamo un movimento il cui leader Salvini – aveva affermato Vincenzo Sofo, eurodeputato leghista – si batte strenuamente per la difesa dei confini, contro le politiche immigrazioniste e il traffico di migranti, subendo per questo richieste di processi e accuse di sequestro di persona. Sostenere chi si è schierato pubblicamente in favore delle provocazioni delle Ong e del modello-Riace di Mimmo Lucano, definendo Salvini un “bullo spocchioso”, sarebbe un tradimento al nostro leader e ai nostri sostenitori.

Alle europee 165.000 calabresi ci hanno votato implorandoci di portare anche in questa terra il CAMBIAMENTO per il quale si batte Salvini in Italia. E noi dobbiamo offrire loro una classe politica nuova, che abbia la volontà e la capacità di battersi per esso”.

Ma chi c’è dietro Pegna? Anche qui la battaglia è stata aspra e la posizione più verosimile era venuta fuori dal forzista Pasquale Materazzo, ex sindaco di Lamezia.

“Una decina di giorni fa venne da me un caro amico comune ad un emergente  politico, di belle speranze proponendomi la candidatura al quale senza tentennamenti dissi di si. Qualche giorno dopo verificai che si faceva spazio la candidatura dell’amico Ruggero Pegna, in contrapposizione alla mia, ma mi venne spiegato che era un nome fatto da Forza Italia ed accettato da Fratelli d’Italia. In realtà mi sono reso conto che Wanda Ferro lo ha imposto ai politici dirigenti lametini. L’imposizione nasce dal fatto che volendosi candidare come presidente delle Regione alle prossime elezioni, la signora gradisce un sindaco suo su Lamezia. Non c’è dubbio che se così sarà questi politici nostrani dimostrano con i fatti di essere dei politicanti e che privilegiano la difesa di posizioni personali rispetto alle necessità dei cittadini. Voglio dire all’amico Pegna che se lui mi dimostra come intende risolvere la situazione economica del Comune, ormai sull’orlo del dissesto, sia per i 19milioni di euro di debiti della Multiservizi che degli altri 20/30 del Comune, ebbene io sarò con lui. Se – conclude Materazzo – mi dimostra che ha un programma per la città che deve essere la sommatoria di proposte risolutorie dei tanti problemi irrisolti, io sarò con lui.Ma se la sua candidatura è solo un modo maldestro di indebolire la città, io farò l’impossibile per contrastarlo con tutti i mezzi possibili e immaginabili”.

Quanto basta per determinare la replica del centrodestra. 

“L’idea di candidare Ruggero Pegna – si legge in una nota che in realtà non smentisce ma conferma soltanto quanto ha dichiarato Materazzo – è nata dal tentativo di individuare un candidato condiviso, trovando subito la convergenza di tutti, diversamente da altri nomi proposti o autoproposti”. Vi “raccomandiamo” poi le parole di Pegna, che quanto a faccia di bronzo non ha niente da invidiare a Mascaro, il quale ha il coraggio di dire che la sua figura “non è identificabile in uno specifico partito, ma è la sintesi di un progetto innovativo rivolto esclusivamente all’ amministrazione di Lamezia Terme”. E invece tutti sanno che Pegna è solo il pupazzo-burattino imposto da Wanda Ferro. In questo senso sarà interessante verificare se la Ferro, in sede di ballottaggio, riuscirà a recuperare lo svantaggio di partenza del suo candidato. Un piccolo ma importante test anche per le Regionali.