Le cantate di Adolfo Foggetti: i tentacoli del clan

Le cosche si ramificano alla ricerca di nuovi mercati, e nuove amministrazioni da condizionare. Adolfo, nel raccontare i suoi sodali, ne narra anche “le gesta”. Siamo a Marano Marchesato, nuovo feudo della cosca Rango.

… Io e Rango non solo pretendevamo una percentuale di somme di denaro ulteriori rispetto al credito di A.I. ma anche una parte del denaro che sarebbe spettato ad A. I. veniva da noi trattenuto. Ciò avveniva anche perché avevamo saputo che A.I. non sempre adempiva al suo dovere di acquistare la cocaina dal nostro gruppo di ‘ndrangheta ma a volte si era rifornito da canali diversi disattendendo quella che era una regola in Cosenza e cioè che chiunque volesse vendere cocaina la doveva comprare da noi zingari e dagli italiani.

Quindi a fronte di un primo periodo in cui A.I. si riforniva e rivendeva autonomamente la cocaina, successivamente egli si servì in via esclusiva da noi. A fronte di questo primo momento, successivamente A.I. divenne proprio uno di noi e quindi facente parte del gruppo di ‘ndrangheta anche per effetto dei suoi rapporti di affinità con D. M., che era ed è un vero affiliato alla cosca Rango-Zingari. Pertanto sia D. M. che A.I. erano diventati i nostri referenti nel traffico di cocaina nella zona di Marano Marchesato.

D.M. acquistava anche da noi hashish e marijuana. Rappresento che fu D. M. a porre in essere attività di danneggiamento e intimidazioni nei confronti del sindaco ed altri appartenenti al Comune di Marano Marchesato. D.M. ha provveduto ad eseguire queste intimidazioni con altri soggetti di cui non ricordo il nome, tra i quali un certo A., ma che sarei in grado di riconoscere in foto, soggetto che coadiuvava D.M. nello spaccio di droga in Marano.

Ribadisco che D.M. era nostro affiliato. Era un uomo di fiducia di Rango e, prima di compiere gli atti intimidatori in questione, egli ovviamente chiese il nostro permesso poichè D.M. nulla avrebbe potuto senza il nostro consenso, consenso che Rango gli accordò poiché D.M. imputava ai membri dell’amministrazione comunale di Marano e segnatamente alle persone fisiche che poi avrebbero subito gli attentati intimidatori di non aver mantenuto le promesse fatte nel corso della campagna elettorale e cioè di porre in essere delle condotte di favore nei confronti di D.M. e dei suoi familiari una volta eletti, quali corrispettivo del procacciamento di voti da parte del D.M., referente della nostra cosca nella zona di Marano a favore dei predetti amministratori del Comune di Marano.

In buona sostanza D.M. riferiva di questo accordo intervenuto tra lui, quale referente della nostra cosca in zona, e i predetti amministratori. Pertanto noi lo autorizzammo a compiere i danneggiamenti. Rappresento che uno degli amministratori danneggiati era lo zio di D.C., persona che io conosco, la quale dopo l’attentato allo zio venne a chiedermi spiegazioni, anche se D.C. già era consapevole del fatto che fosse stato autore degli attentati D.M. e poiche D.M. era notoriamente legato e aveva rapporti molto stretti con il Rango, D.C. venne a chiedermi spiegazioni, spiegazioni che io ovviamente non fornii.

Rappresento che D.M. aveva rapporti molto stretti, oltre che con Rango, anche con E.S. che tutti quanti noi ivi compreso D.M. indicavamo col vezzeggiativo ……uzzu, con S.C., con C. detto lo z., Tonino Banana, quest’ultimi con me indagati nel procedimento per il quale risultò essere cautelato al momento.

Rappresento che E.S. era il soggetto che deteneva lo stupefacente del tipo cocaina per conto della nostra cosca, pertanto allorquando qualche referente della nostra cosca nelle varie zone si doveva approvvigionare, o io o gli altri capi della cosca, lo inviavamo da E. S. Lo stesso avveniva allorchè il rifornitore all’ingrosso si doveva rifornire di sostanza stupefacente, del tipo hashish e marijuana, veniva dal nostro tenutario dello stupefacente, vale a dire S.C. Lo stesso S.C. è diventato organico a noi dopo che io, Rango, Lamanna, E.S. abbiamo inviato dei nostri emissari di cui non ricordo il nome a fargli un danneggiamento. Preciso che S.C., nell’attività di spaccio dello stupefacente anzidetto, è coadiuvato da tale L. che abita nel villaggio degli zingari e che è stato arrestato unitamente a L.M. per un assalto ad un porta valori.

Rappresento che il D.M., oltre alla gestione del traffico di droga in Marano, si occupava per conto del nostro gruppo anche delle estorsioni e dei danneggiamenti. Non sono a conoscenza di una estorsione realizzata da D.M. nei confronti di G.C., né nei confronti di G. Ciò in quanto io a far data dall’anno 2010 e in particolare e in modo più pregnante dall’anno 2012, mi sono occupato della zona di Paola: spesso ero a Cosenza ma ovviamente, pur prendendo i soldi delle estorsioni, poteva accadere che la provenienza delle singole provviste non mi venisse riferita, anche perché a me non interessava: a me interessava soltanto ricevere somme di denaro senza entrare nei particolari. Ovviamente in molte occasioni venivo anche informato di tutto ciò che accadeva a Cosenza da Rango.

3 – (fine)