Le clientele dell’acqua tra Sorical e Veolia

La Sorical, uno dei tanti carrozzoni che si è inventata la nostra squallida politica per far ingrassare i soliti noti, uscirà dalla gestione prefallimentare. Lo ha detto Mario “Palla Palla” Oliverio quando ha nominato come commissario per la Regione, Luigi Incarnato, detto “Tic Tac”.
Non una parola, invece, è stata pronunciata sulla disastrosa gestione del passato, nella quale il colosso francese Veolia ha fatto il bello e il cattivo tempo.
Milioni di euro sono finiti nelle tasche di dirigenti del nord, senza alcun beneficio per l’acqua pubblica.
Il geometra Sergio Grazzani, milanese, era responsabile del personale e guadagnava seimila euro mensili più rimborso spese. Aerei, ristoranti e compagnia cantante alla faccia dei calabresi.

Decine di lavoratori, fessi, sono stati sfruttati senza ritegno.

Chi fu assunto? Ma i figli di papà, naturalmente. Ricordiamo Gabriella Ambrogio, figlia del cardinale Franco, Serena Collorafi, figlia dell’allora ingegnere capo del comune di Cosenza, Franco e il figlio di Anna Maria Nucci. Giusto per citare quelli più in vista.

Per gli altri, contratti atipici mascherati per evitare la subordinazione. Poiché la competenza è della procura di Catanzaro, non resta che sperare in Emilio Sirianni, giudice del lavoro ora alla Corte di Appello, un magistrato autenticamente perbene al punto che dalla procura di Cosenza dovette letteralmente scappare.

A quei tempi in Sorical c’era anche la sorella di Elisabetta Gregoraci (la moglie di Briatore per chi non la conoscesse), nipote della potente segretaria di don Peppino Bova. E c’era pure il marito, Antonio Scaramuzzino. Ora è andato via e Briatore lo ha piazzato a Roma. Mentre i calabresi continuano a rimanere senza acqua. E senza lavoro…