Le ultime ore di Renzi: o abbassa la testa o arrivano i “responsabili”

La resa dei conti è in corso, la strada della crisi è ormai tracciata. Mentre a Palazzo Chigi era iniziato da pochi minuti il Consiglio dei ministri sul Recovery planMatteo Renzi ha anticipato in diretta televisiva come sarebbe andata a finire: “Chiederemo il Mes: se diranno sì al Mes, votiamo a favore, se diranno no, ci asteniamo“. Circa un’ora e mezza dopo ecco infatti che Elena Bonetti e Teresa Bellanova, cioè le due ministre d’Italia viva, hanno annunciato al resto del governo l’intensione di astenersi. Formalizzata qualche minuto prima dell’una di notte: il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Recovery plan quasi all’unanimità. Mancano appunto i voti delle due renziane.

In Cdm scontro sul Mes. Conte e ministri Pd a Iv: “Non c’entra col Recovery” – La riunione è durata quasi tre ore, la ministra delle Pari Opportunità ha ammesso che il piano era stato molto migliorato. Poi il dibattito si è spostato sul Mes e si è quindi trasformato in polemica. “Se è così, allora noi il piano non lo votiamo”, ha detto a quel punto la titolare dell’Agricoltura. Quindi Giuseppe Conte ha preso la parola per ricordare alle due renziane quanto già detto all’ultimo vertice di maggioranza e cioè che “il Mes non è ricompreso nel Next Generation e quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto”. E siccome Italia viva motiva da sempre la necessità di ricorrere all’ex fondo Salva Stati con l’alto numero di morti Covid, il premier ha “invitato a non speculare sui decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica. Se fosse un problema di finanziamenti – è la domanda retorica posta da Conte – come mai allora la Germania pur investendo il doppio sulla sanità di noi si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”. “Un clima da requiem“, lo ha definito uno dei ministri presenti. Dopo le parole di Conte, infatti, anche Roberto GualtieriRoberto SperanzaFrancesco Boccia ed Enzo Amendola hanno reagito alle richieste d’Italia viva definendo l’astensione delle renziane come “pretestuosa” e facendo quindi quadrato attorno al presidente del consiglio.

Le renziane si dimettono? “Lo decidiamo domani” – Dunque il fondamentale piano che disegnerà la ripresa economica del Paese viene approvato dal governo senza il voto delle due esponenti del piccolo partito renziano. Cosa succede a questo punto? Bellanova ed Bonetti lasceranno l’esecutivo insieme al sottosegretario Ivan Scalfarotto? “Stasera vediamo e domani parliamo“, aveva detto già nel pomeriggio Renzi, facendo sapere che avrebbe tenuto una conferenza stampa mercoledì alle 17 e 30. Sarà quello l’atto di commiato di Italia viva dalla maggioranza? Salvo novità dell’ultima ora è molto probabile, anche se l’ex segretario del Pd, da pokerista consumato, ha deciso di non mostrare tutte le sue carte fino alla fine. “Noi stasera siamo in Consiglio dei ministri, domani mattina decideremo e domani pomeriggio lo diremo in conferenza stampa”, ha detto alle telecamere di Cartabianca mentre il governo era riunito. Poi ha pure detto di essere pronto a votare a favore dello scostamento di bilancio e delle comunicazioni di Roberto Speranza: un estremo tentativo di prendere tempo a provare a darsi un volto più responsabile. Sforzo che però è destinato probabilmente a scarsi risultati.

La maggioranza blinda Conte, Bettini: “I responsabili possono palesarsi” – Prima dei ministri in linea con le parole di Conte si erano già espressi tutti gli altri partiti di maggioranza. Come il capo politico reggente dei 5 stelle Vito Crimi: “Se Renzi si rende colpevole del ritiro dei suoi ministri, con lui e Italia Viva non potrà esserci un altro governo“. Poi l’ex deputato M5s Alessandro Di Battista: “Nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo” con loro. Una posizione condivisa anche da Pd e Leu. Per Nicola Zingaretti è “un grave errore politico” provocare una crisi che “il 99% degli italiani non capisce”. Mentre Pier Luigi Bersani: “Dopo Conte ci può essere solo Conte o si va a votare. Io sono per andare avanti, perché trovo demenziale immaginare 3-4 mesi di stallo per avvicinarsi alle elezioni”. Ma se dopo Conte ci può essere solo Conte, cosa succede se i renziani escono dal governo? “Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l’Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi”, dice Goffredo Bettini, dirigente del Pd. Da dove arriverebbero questi responsabili?” Io non voglio entrare in casa d’altri e permettermi di dire cosa deve fare Forza Italia e Berlusconi. Dico solo che sono emerse posizioni, dentro una parte di Forza Italia, di grande responsabilità”, ha spiegato Bettini, da giorni a stretto contatto telefonico con Gianni Letta. Fonte: Il Fatto Quotidiano