Lega, volano gli stracci. Furgiuele a Bonofiglio: “Lecchino fallito…”

Ci siamo sempre chiesti come facesse un giornalista serio e onesto come Gianfranco Bonofiglio a convivere, dentro la Lega, con certi personaggi che la serietà e l’onestà non sanno mancu addui stanno i casa. Non siamo fan di Bonofiglio, e lo abbiamo criticato per la sua vicinanza politica ad Occhiuto prima e alla Lega poi, senza mai mettere in discussione, però, le sue qualità che per noi ci sono, a prescindere dalla posizione politica.
Ce lo siamo chiesti sin da quando Gianfranco ha dato vita alla prima cellula della Lega a Cosenza. Ci chiedevamo: come fa un giornalista come lui che ha sempre scritto contro i poteri forti, contro la ‘ndrangheta, contro i giudici corrotti e contro gli amici degli amici, svelando, attraverso i suoi libri e i suoi articoli i tanti intrecci masso/mafiosi che da tempo si consumano a Cosenza, a frequentare e a legittimare chi ha sempre combattuto?
Come fa Gianfranco ad affiancare a Cosenza personaggi bordeline che da anni cambiano casacca con il sol scopo di tutelare i propri interessi privati utilizzando le istituzioni come più gli aggrada?

E la risposta a queste nostre domande, come volevasi dimostrare, è arrivata. Dopo la pubblicazione del nostro articolo in merito alle minacce di Antonio Furgiuele lanciate al colonizzatore della Lega Vincenzo Sofo, proveniente dal nord che vuole accaparrarsi, secondo il deputato Domenico Furgiuele, il partito in Calabria, la risposta di Antonio non si è fatta attendere, e di pancia ha scritto quello che realmente pensa di Gianfranco Bonofiglio con il quale pubblicamente ha sempre finto amicizia, stima e rispetto, ritenendolo responsabile della pubblicazione dei suoi post sul nostro sito: “purtroppo ci sono giornalisti che si possono chiamare giornalai tipo il signor Gianfranco (Bonofiglio) nu cane malato detto lecchino fallito… che cercano di screditare il prossimo perché sono dei falliti…”.

Prima di chiudere il suo delirante post, che qualcuno gli ha consigliato di cancellare, Antonio cita la buonanima di Osama Bin Laden lanciando un paio di “Allah Akbar”, Dio è grande, per poi scrivere che Gianfranco “non vale neanche il prezzo della gomme di una Ferrari (la sua)”.
Se Gianfranco fino ad oggi non sapeva cosa pensavano realmente di lui quelli che gli si fingono amici solo per poter salire sul carro dei vincitori, oggi lo sa. Lo ritengono un lecchino che non conta niente, e che se continua a sparlare della famiglia Furgiuele fa una brutta fine.

Il resto lo potete leggere di seguito nel post che non si trova più sulla bacheca di Antonio Furgiuele che, nonostante tutta la discussione che si sviluppata dopo il nostro articolo sui suoi modi grezzi di comunicare, non smette di vestire i panni del minacciatore seriale.
Caro Gianfranco, questo è solo una accenno di quello che Furgiuele e sodali pensano realmente di te, compresi quelli che ogni giorno ti accarezzano davanti e poi ti pugnalano alle spalle.