L’elefante fossile di Cecita. Una vergogna calabrese (di Domenico Canino)

di Domenico Canino
Nel dicembre 2017 la Soprintendenza archeologica della Calabria presentava a Cupone insieme alla regione Calabria, il ritrovamento (casuale) di uno scheletro fossile completo di Elephas Antiquus, ritrovato nel lago Cecita. Una specie estintasi migliaia di anni fa. Un vero tesoro archeologico, di quelli che adeguatamente sfruttati, attirano miriadi di turisti. Una manna per la Sila. Si annunciava nel convegno che una parte del fossile era stata estratta, e tra le parti una incredibile ed enorme zanna di 800 chili! Il resto è rimasto sotto l’acqua e la sabbia del Cecita e sta ancora lì, ci sono stato a settembre 2022 a controllare.
La parte del fossile estratta dal lago fu inviata all’Università del Molise, con l’incarico alla dottoressa Antonella Minelli, per datazione e restauro. La regione Calabria aveva promesso un finanziamento per coprire le spese sostenute per gli scavi e per lo studio ed il restauro dei reperti, che poi sarebbero dovuti tornare in Sila per divenire attrazione turistica.
Ma a distanza di quasi SEI ANNI, non è successo niente. Niente restauro, niente datazione, e sopratutto non hanno continuato lo scavo, non hanno restituito il preziosissimo fossile alla comunità calabrese, per esporlo e goderne.
Perché? La Regione Calabria, e sono cambiati ben tre presidenti, NON HA ANCORA EROGATO il finanziamento promesso, e dunque nessuno studio si è potuto effettuare.
In Calabria con la cultura non si mangia. Eppure si potrebbe…