Lettere a Iacchite’: “Calabria, il diritto alle ultime volontà negato a mia madre”

IL DIRITTO ALLE ULTIME VOLONTÀ NEGATO A MIA MADRE

Mia madre è deceduta alle 01.40 dello scorso 21 marzo. Essendo io figlia unica, mia madre non ha ritenuto necessario mettere per iscritto quali fossero le sue volontà, limitandosi, più di un anno fa, a comunicarmele verbalmente, chiedendomi se era possibile, dopo la cremazione, che le sue ceneri restassero con me. Mi ero documentata circa la normativa nazionale e regionale e l’avevo rassicurata che sì, era possibile, in quanto esisteva la legge nazionale ed era stata emanata una legge regionale al riguardo a novembre del 2019. Mia madre mi aveva, quindi, raccomandato di disporre per la cremazione ma solo a condizione che le sue ceneri fossero date in affido a me. Questo comunico dopo le 01.40 del 21 marzo 2021 alle Onoranze Funebri che si sono occupate delle esequie.

Nel pomeriggio del 21 marzo, però, a più di 12 ore dal decesso di mia madre, quando la sua salma era da più di 12 ore composta in una cassa specifica per la cremazione, solo in legno e materiali combustibili, ovviamente non zincata come quelle che vengono utilizzate per la tumulazione, le Onoranze Funebri, con grande stupore, prima di tutto loro, mi comunicano che in Calabria la legge regionale era cambiata da pochissimo e non consentiva più l’affido delle ceneri ai familiari.

Sfido chiunque al mondo, nel particolare momento emotivo che stavo vivendo, ad avere la lucidità di chiedere di cambiare tutto, ripartire da zero e avviare le procedure per la tumulazione della salma! La sola cosa che sono stata in grado di pensare è stata che mio padre era tumulato nel cimitero del suo paese natale, quindi chiedere di procedere a sistemare l’urna con le ceneri di mia madre insieme a lui.
Solo nei giorni successivi, a mente fredda, mi sono resa conto di non aver rispettato in alcun modo quelle che erano le volontà di mia madre. Amarezza, rabbia e indignazione che si aggiungono all’elaborazione del lutto.

A questo punto mi chiedo: visto che la velocità con cui la normativa regionale è radicalmente cambiata nel giro di meno di un anno è stata tale da trarre in errore addirittura chi da decenni fa delle Onoranze Funebri il suo lavoro, cosa deve fare un cittadino Italiano, ma Calabrese, perché le sue volontà o quelle di un suo caro vengano rispettate? Ogni giorno, appena sveglio la mattina e la sera prima di andare a dormire, documentarsi per controllare che la normativa regionale non sia stata cambiata? E documentarsi anche con molta, molta attenzione, magari preoccupandosi prima di acquisire almeno un minimo di conoscenze in campo legale, in modo da non ritrovarsi ad impazzire di fronte ad articoli, capoversi, titoli, commi e postille! Perché ancora oggi, se si cerca su Google “affido delle ceneri in Calabria” la prima cosa che si trova è la legge regionale del novembre 2019 in cui l’affido è previsto!

Mi sfugge quale sia la ratio di tutto questo. Mi sfugge perché la Regione Calabria abbia deciso di negare ai Calabresi il sacrosanto diritto al rispetto delle proprie volontà dopo il decesso.
Ringrazio la Redazione per avermi concesso questo spazio. Ringrazio chi ha letto le mie parole, parole con le quali, almeno idealmente, rendo a mia madre quel sacrosanto diritto al rispetto delle sue volontà che la nuova normativa regionale le ha negato.

Rossella Crispini