Lettere a Iacchite’: “Cetraro, il Porto della ‘ndrangheta e la nomina al figlio “raccomandato” del vicesindaco”

«Durante il viaggio fissai i miei occhi sul famoso Mare, che il soggiorno di Pitagora aveva reso celebre ventiquattro secoli prima. Osservavo con meraviglia la terra famosa per la sua fertilità, nella quale, però, malgrado la prodigalità della natura, notavo solo miseria: mancavano tutte quelle belle cose superflue che rendono migliore la vita, e gli abitanti di quel posto mi facevano vergognare di appartenere al genere umano».

Parole non proprio al miele quelle scritte nei confronti della Calabria da un ancora 18enne Giacomo Casanova, che nelle nelle sue Mémoires, tre secoli fa, restò fortemente colpito da quella terra (e non proprio positivamente). In Calabria, infatti, Casanova restò solo tre giorni: abituato a una vita tra merletti e profumi, si sentì inorridito dai suoi abitanti: «Il lavoro è aborrito, tutto si vende per prezzi vili, la gente si sente sollevata da un peso quando trova qualcuno che accetta in dono le varietà di frutti che possiede. Trovai che i romani non hanno poi tutti i torti di chiamarli bruti invece che Bruzi».

Mi chiedo dunque se il Casanova avesse incontrato la famiglia Cesareo, originaria di Cetraro, che è nota alle cronache locali per i rapporti con il re del pesce e non solo.  Ricordiamo per esempio la figura pietosa che ha fatto in tv ospite di Giletti a “Non è l’arena”, Vincenzo Cesareo senior, ex direttore sanitario dello Spoke Cetraro/Paola, indagato dalla procura per abuso d’ufficio per la vicenda che si affacciò anche alla ribalta nazionale dei tamponi che si facevano anche ai gatti…

La storia che voglio raccontarvi oggi però è di un altro Vincenzo Cesareo, nipote del senior. Il giovane cetrarese è stato nominato con una determina comunale a dicembre 2021 responsabile della società che gestisce il porto, questo grazie alla complicità del geologo Aita, che si atteggia a “capetto” dell’ufficio porto ma in realtà è solo un servo sciocco che ubbidisce ai suoi noti padroni! Il ragazzo non ha alcuna qualifica, non esiste alcun curriculum.

Come ha guadagnato questo bel lavoro? La motivazione magari l’ha insabbiata suo padre come quando era fiducioso sulla soluzione dell’insabbiamento del porto. Combinazione… Tommaso Cesareo, padre di Vincenzo, è vicesindaco della città di CETRARO con delega ai lavori pubblici e al turismo. Che bizzarra coincidenza! Del resto come a Cosenza c’è il porto delle nebbie a CETRARO c’è il porto della ‘Ndrangheta. Perché da noi il pubblico non è di tutti ma di pochissimi. Degli spietati che non hanno un minimo d’amore per la propria terra.. la vedono solo come un oggetto da spremere all’inverosimile per la loro squallida convenienza. Non mi dilungo nella fiera delle frasi fatte parlando del turismo che non c’è, del Porto che è in balia del disastro, del clan Muto e dei raccomandati.. ma una cosa voglio scriverla: siete voi la Calabria che fa schifo ! Senza la vostra grettezza e la vostra mentalità mafiosa sarebbe una regione bellissima.

Lettera firmata