Lettere a Iacchite’, Cirella. La forza di una mamma vince sulla cattiva burocrazia

LA FORZA DI UNA MAMMA L’INSENSIBILITA’ DI UNA DIRIGENTE

La pandemia continua a fare danni. Non solo alle persone colpite dal Covid e ai loro familiari, all’economia, alla libertà e alla sanità pubblica, ma anche a chi deve fare i conti con leggi e regole matematiche, imposte da chi non si fa il problema di stravolgere le esistenze altrui, non tenendo conto di tutti quegli aspetti psicologici che stanno devastando intere famiglie.

E’ quello che denuncia una mamma di Cirella, che chiameremo con il nome di fantasia “Giulia”. Questa donna, ogni giorno, per accompagnare alle scuole elementari la sua unica figlia, è costretta a percorrere 20 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno; tutta colpa della “pandemia”, di norme assurde e dell’insieme di malapolitica e cattiva burocrazia, che i tempi recenti hanno soltanto messo ancora di più in evidenza. Tutto comincia quando, a inizio anno scolastico, “Giulia” e altre mamme iscrivono i propri figli presso la scuola elementare di Cirella, frazione di Diamante, e si rendono conto che gli spazi a disposizione non garantiscono la piena attuazione  delle norme di sicurezza anti-Covid imposte dal Governo, anche per via dell’accorpamento di alcune classi.

Così, “Giulia” si rivolge alla Dirigente scolastica e chiede il trasferimento della figlia presso la sede di Diamante, il comune di cui la frazione di Cirella fa parte; la Dirigente risponde che non è possibile accogliere la richiesta e, nonostante le “preghiere” di una madre esasperata, rimane irremovibile. Concedere il trasferimento alla figlia di Giulia, significherebbe dare il via libera ad altre richieste simili. “Giulia” viene liquidata con una mail senza alcuna motivazione del perché la bambina non poteva essere accettata presso quella scuola.

Dunque, “Giulia” prova a rivolgersi alle Istituzioni locali, ma dal Comune fanno sapere che sulla scuola non possono intervenire. Intanto, sua figlia è già a casa da una settimana. “Giulia”, per fortuna, non si dà per vinta e prova a chiedere appoggio ad una scuola di Santa Maria del Cedro, comune limitrofo. Qui, inizialmente, la proposta sembra trovare accoglimento, ma al momento di concretizzarsi, la questione sfuma, e la piccola si ritrova di nuovo senza classe.

Esasperata, “Giulia” bussa, dunque, alle porte della scuola elementare di Scalea, comune a 20 chilometri da Cirella, dove finalmente sono pronti ad accogliere, stavolta per davvero, la piccola alunna cirellese, che finalmente comincia a seguire le lezioni. Sembrerebbe una storia a lieto fine, eppure non lo è, perché tutte le mattine “Giulia” e la piccola devono svegliarsi molto presto per arrivare in tempo al suono della campanella, con grande dispendio di energia, di rischio e di denaro.

E’ tutto? Macché. Cambiando scuola, la bimba ha dovuto lasciare le sue vecchie compagne, a cui era molto affezionata, per provare a ricostruire da capo le sue amicizie, con bambine che difficilmente potrà rivedere dopo le lezioni, abitando non proprio vicine. Si tratta di una situazione decisamente complicata, soprattutto se la si deve spiegare ad una bambina di soli 8 anni, il cui diritto non è solo l’istruzione, ma anche e soprattutto la spensieratezza e la serenità. Ma certamente in una storia così strana e complicata Giulia non può dimenticare di ringraziare sia la scuola elementare di Scalea ed il suo Dirigente nonché le persone che con il loro supporto le sono state vicine in questo periodo.

Lettera firmata