Lettere a Iacchite’: “Cosenza, cimitero: l’odore nauseabondo appartiene alla politica del malaffare”

“Un cimitero rispecchia la civiltà di un popolo”.
Sono orgogliosa e fiera di essere cosentina, sì, sono una popolana che sorride al solo pensare la mia Cosenza. Mi ritengo civile come tutti i cosentini attenti, ma sono indignata. I politicanti cosentini hanno levato onore alla gente, non prendendosi mai carico di una politica cimiteriale seria.

Ponte che brillava ai piedi del Mussano… buchi nel cuore del suolo cosentino per una metropolitana che non serviva. Dignità. Sanno tutti i lor signori politicanti, vomitevoli, del danno che hanno creato? Un danno alla memoria. Alle memorie. Una camera mortuaria che non esiste più. Un deposito, pieno zeppo di bare in attesa di tumulazioni. Deposito… dicono.

Ho perso il mio papà il 12 maggio. Curato, assistito con amore. Vegliato in casa. E poi deposito. Non era un pacco “papàmio”. Era un uomo, un nome. Fortunatamente aveva provveduto in vita per il suo posticino. Il 14 è stato sistemato con onore. Ma il mio dolore non passa. L’odore nauseabondo del deposito non proviene dalle bare. L’ odore nauseabondo appartiene alla politica del malaffare cosentino. Un bacio virtuale ai miei concittadini che hanno i loro cari in attesa. Il mio sdegno ai mendicanti di voti.
Un grazie alla redazione. Doppio se metterà il mio nome.

Non sono lettera firmata. Sono Filomena Cupelli