Lettere a Iacchite’: “Cosenza, mia madre sordomuta lasciata morire legata al letto”

Il 29 dicembre del 2022, alle 19.55 mi è arrivata una telefonata dal reparto geriatria dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Una voce femminile mi ha comunicato che purtroppo mia madre era deceduta. Questo è l’epilogo di una vicenda iniziata due giorni prima.

Le ultime analisi del sangue presentavano il classico asterisco ai valori dell’azotemia e dell’emoglobina, quest’ultima troppo bassa al punto di farla ricoverare per una o più sacche di sangue.

Dalle 11.00 circa fino a sera, le avevano fatto le analisi e applicato una cannula per eventuali prelievi, dopo di che solo attesa. Dopo aver dimostrato duramente alla dottoressa di turno che lo scompenso cardiaco che aveva diagnosticato il suo collega del turno di prima, non era la causa per cui in ambulanza ci siamo recati in quella sorta di ospedale da campo, ma per la patologia sopracitata, mia madre viene trasferita al reparto GERIATRIA. Premetto che lei dal 2013 era affetta da BPCO, ipercarpnia e insufficienza cardiaca e cosa più importante era SORDOMUTA dalla nascita.

Arrivati al reparto la prima notizia per me e lei scioccante: il reparto era chiuso ai visitatori perché c’era stato un focolaio di Covid, gli ho spiegato che senza la presenza mia non sarebbe stata in grado di comunicare, addirittura in ginocchio convinsi lei che era l’unica alternativa, dopo 10 anni di amorevoli cure agli “arresti domiciliari”, questa volta il medico mi disse che bisognava ricoverarla altrimenti sarebbe morta da un momento all’ altro rimanendo a casa. Sto piangendo anche adesso che so scrivendo pensando a quell’ultimo sguardo, solo ora ho trovato la forza di far conoscere al mondo intero che tipo di sanità esiste a Cosenza.

La storia non finisce qui, il 29 chiamano dal suddetto reparto per dirci che solo due di noi, per qualche minuto (previo tempone anti Covid) sarebbe potuto entrare, salutarla e tranquillizzarla.

Entrai per primo, trovai mia una donna dignitosa e pudica mezza nuda col pannolone, con la maschera dell’ossigeno stretta a tal punto far arrossire le gote, ma la cosa veramente aberrante è che era legata ai polsi come Gesù Cristo. Non capii cosa mi sussurrò, il tempo era poco e doveva entrare anche mia sorella, per cui la coprii, la baciai senza pensare che in quello stato non sarebbe riuscita a comunicare in alcun modo.

La stessa osservazione la fece mia sorella, lo disse all’infermiera che rispose che era per il suo bene, altrimenti si sarebbe tolta la maschera e l’ipercapnia sarebbe salita ancora di più (anidride carbonica nel sangue). Dell’ ipercarpnia ne parlai con lo pneumologo che pazientemente la seguiva rimase perplesso gli dissi dei valori della patologia; qualche giorno prima era a valori più bassi.

Mia madre è stata uccisa, l’hanno fatta soffocare, come poteva chiedere aiuto se era legata al letto? Come poteva comunicare con i sanitari, mia madre parlava con la lingua dei gesti, se non poteva muovere le mani? Il mio dolore e la mia rabbia derivano dalla sua scomparsa, ma soprattutto dal fatto che non ho slegato mamma da quel letto, fidandomi di chi doveva curarla e invece l’ha lasciata morire legata ad un letto.

Raffaele Zupo