Lettere a Iacchite’: “Flussi Creativi e il rispetto delle regole”

Sabato e domenica al Parco Fluviale Emoli a Quattromiglia di Rende, l’associazione di promozione sociale Color Baobab ha organizzato la IV edizione di “Flussi Creativi”.

“Flussi Creativi – si leggeva nelle pubblicità dell’evento – è aperto a tutti ed è dedicato a tutte le fasce di età. È un progetto che ha lo scopo di coinvolgere attivamente i giovani, gli adulti e i ragazzi, al fine di rendere il cittadino protagonista principale dell’evento stesso. Due giorni di musica, attività sportive, ricreative e di intrattenimento da svolgersi all’aperto e a contatto con la natura. Giochi a premi e percorsi ideati ad hoc con diversi livelli di difficoltà per vivere un’esperienza unica e divertente in città.

L’area dedicata al gioco sarà contraddistinta dall’accesso esclusivo ai soli possessori del bracciale dei “Flussi Creativi IV° edizione del 2016″, comprendente percorso avventura, jumping, salto e trampolino elastico, attività e percorso equestre, salti acrobatici e giochi sportivi, giochi di motricità, prova di immersione in vasca e tanto altro”.

Questa è la lettera di protesta che ci è giunta in redazione. 

Feedback super negativo per Flussi Creativi: sabato ho comprato due bracciali, uno per mio figlio ed uno per mia nipote. Mi era stato detto che i bracciali consentivano l’ingresso a 4 attività diverse o a 4 ingressi (anche sulla stessa attività). Mi sono guardata in giro e, visto che a loro piacevano il jumping ed i cavalli, ho deciso per l’acquisto.

Sabato hanno fatto un giro a testa sui cavalli ed uno sul jumping ed ho conservato i biglietti per domenica, cioè ieri, per sfruttare gli altri ingressi. Sapete cosa è successo?

Ai cavalli ho dovuto pagare un euro perché da sabato a domenica hanno cambiato le regole (!!!!!) e col bracciale si può andare solo una volta sulla stessa attività.

Poi ho provato ad andare sullo jumping ed anche qui sono cambiate le regole da sabato a domenica ed è diventato a pagamento (altri 3 euro).

Quando ho fatto presente l’accaduto agli organizzatori, mi hanno trattata come una pezzente, dicendo al uno dei ragazzi del jumping “facci fa nu giru a sta signora”. Io i giri non lo voglio. Tra l’altro, alla cara signorina che ha detto che ero stata l’unica a lamentarmi, volevo dire che ai cavalli hanno deciso di non vendere più i bracciali per le lamentele ricevute.

Forse gli organizzatori non sanno che potrebbero essere denunciati, in quanto il fatto di aver comprato un bracciale è di fatto come se avessi stipulato un contratto, che loro hanno modificato senza l’autorizzazione della controparte.

Patrizia Gagliardi