Lettere a Iacchite’: “Fuscaldo, vi raccontiamo la storia di una famiglia discriminata e raggirata”

FUSCALDO, DISCRIMINAZIONE E RAGGIRO CONTRO FAMIGLIA CHE CHIEDE SOLO VERITÀ E DIRITTI

Oggi vi raccontiamo una storia che ha veramente dell’assurdo perché trattasi di discriminazione ai danni di un bambino disabile di 6 anni e della sua famiglia. Questa storia triste è avvenuta giorno 16 settembre ma tutto ha una retrospettiva e una premeditazione degna delle grandi strategie diaboliche che avvengono solo nei film d’orrore. Perché non sarebbe stato lo stesso se, al posto della famiglia in questione, ci fosse stata una famiglia italiana a prendere posizione.

Vi sarete certamente stupiti, vista l’introduzione, ma vi assicuriamo che è niente rispetto a quanto accaduto. I personaggi di questa storia sono un bambino di 6 anni e la sua famiglia con il papà, la mamma e la sorella più grande, tutti di origine romena ma da tanti anni stabiliti nella nostra comunità fuscaldese. Gli altri personaggi sono gli impiegati comunali, responsabili all’iscrizione scolastica, la preside responsabile dell’intero plesso scolastico e il ruolo di alcune maestre di scuola primaria. Da premettere che la famiglia gode di grande rispetto per la buona e sana integrazione nella nostra comunità fuscaldese.

Ma adesso andiamo ai fatti accaduti. La famiglia rientra nella fascia sociale più debole e, di conseguenza, ha diritto ad ottenere l’Ina Casa, per la quale ha presentato specifica richiesta e, ad oggi, risulta prima in graduatoria per l’assegnazione dell’Ina Casa facente parte del nuovo complesso popolare di contrada Cotugni del comune di Fuscaldo. Sta di fatto che il capofamiglia aveva avuto rassicurazioni dai responsabili comunali in luglio per l’assegnazione dell’Ina Casa, che doveva avvenire negli ultimi mesi del 2019.

Su questa promessa, probabilmente fatta con uno scopo ben preciso, il capofamiglia procedeva all’iscrizione del piccolo presso la scuola primaria di contrada Sant’Antonio. Ma visto che si era arrivati a settembre e l’assegnazione della casa per la famiglia non era avvenuta, il capofamiglia si recò presso gli uffici comunali e fece cancellare il piccolo dalla scuola di contrada Sant’Antonio per farlo iscrivere alla scuola primaria della Marina, senza ricevere nessuna ricevuta ma con testimoni che possono confermare questo passaggio fondamentale della triste vicenda.

All’inizio dell’anno scolastico, ovvero il quindici settembre, il papà e la mamma portano il piccolo alla scuola primaria della Marina di Fuscaldo, una classe con ben 22 bambini, il nome del piccolo risultava sul registro di classe tanto è vero che all’appello del primo giorno di scuola era presente. Il secondo giorno però, dopo che il bimbo aveva preso posto in aula, la maestra si avvicina al papà dicendogli che doveva portare il bimbo alla scuola di Sant’Antonio ma, dinanzi alla contrarietà del papà, un’altra maestra entrò in classe, prese il bimbo, che era già seduto, e lo portò fuori gridando all’indirizzo del genitore che lo doveva portare nell’altra scuola.

Provate ad immaginare come si sentiva il bambino in quel momento e la reazione psicologica dei genitori dinanzi a tutto questo. Il padre era intenzionato a denunciare tutto alle autorità competenti ma fu convinto a desistere dallo stesso maresciallo dei carabinieri perché il povero genitore era sprovvisto di ricevuta dell’avventura iscrizione scolastica presso la Marina in quanto, ufficialmente, risultava solo la prima iscrizione alla scuola di contrada Sant’Antonio e legalmente, secondo il maresciallo dei carabinieri, ne avrebbe preso conseguenza negativa.

Fu così che il papà fece ritorno a casa ben consapevole che era stato raggirato da tutti. Avevano usato il piccolo per arrivare al numero minimo che avrebbe consentito la non chiusura della struttura scolastica di Sant’Antonio per la felicità di tanti residenti e del personale docente ma causando così disagi ad una famiglia già disagiata di suo e causando ulteriori problemi per il piccolo.

Il padre si recò dalla preside chiedendo spiegazioni in merito ma la stessa si rivolgeva al papà del piccolo affermando ciò che risultava dai documenti. Il comune di Fuscaldo, vista la situazione complicata, mette a disposizione il pulmino con assistenza a bordo per il solo bambino che, ogni giorno, viene preso e portato dalla Marina a Sant’Antonio e ritorno con tragitto esclusivo per il solo bambino. Tutto questo perché i genitori sono sprovvisti di automobile ma anche per farli desistere dallo sporgere denuncia per l’accaduto abilmente premeditato, da persone che hanno approfittato della loro posizione di potere per arrivare ad uno scopo ben preciso, giocando sulla vita di una famiglia ma più in particolare di un bambino che già di suo ha tanti problemi di salute e, tutto questo, ha contribuito ad aggravare la sua condizione psicofisica.

Una pagina triste della pubblica amministrazione in un comune già di per sé distrutto per inefficienza e mancanza di organizzazione per la tutela del bene comune e questa vicenda ne è la riprova che, oltre a sottolineare incompetenza professionale, sottolinea la mancanza del senso umano e di solidarietà verso una famiglia già disagiata di suo e che, di sicuro, avrebbe dovuto avere altri trattamenti in un paese cosiddetto civile.

Lettera firmata