Lettere a Iacchite’: “I media venduti al potere e le notizie ad orologeria”

In pensione, ma non ancora del tutto rimbambito, in lockdown, ma libero ancora di mente e di spirito, seguo la politica, oggi più che mai, per scoprire a quali mani stia affidando i miei figli.

Non sono depositario della verità assoluta, posso fregiarmi di non appartenere a rigidi schieramenti politici ma, nonostante tutto, in questi ultimi giorni, sto assistendo ad uno spettacolo politico che mi rende orgoglioso d’aver vissuto in altri tempi.

Nel ventunesimo secolo, si avvelena ancora col novichok e si mettono in galera quelli che non si allineano ai regimi. Si lascia un giovane in prigione senza concrete imputazioni, rimandando la scarcerazione di 45 giorni alla volta. Esistono ancora i colpi di stato in Paesi vicini a noi e dalla Libia, fuggono migliaia di persone per sottrarsi a torture e vessazioni.

In Europa, si parla di green economy, vaccini, cambiamenti climatici e Recovery Fund, come se si stesse giocando a risico, mentre si scopre che Trump veniva ricattato dall’Unione Sovietica dopo aver trascorso, sotto gli obiettivi di più telecamere nascoste, una notte con delle escort offerte da Putin.

A guardar bene, nel nostro stivale, si assiste ad una strategica e machiavellica manovra di Renzi, non tanto per orientare la nostra politica a favore degli italiani, ma per soddisfare esclusivamente il proprio ego. Si vede un Salvini mutare ogni sua azione, pensiero e filosofia di vita, in sole poche ore per partecipare a quel più che lauto banchetto allestito dall’Europa.

Non ci sono più i Berlinguer e gli Almirante che si scontravano ma poi si salutavano, stringendosi dignitosamente la mano dietro le quinte. Non sono un nostalgico, ma un testimone di come il mondo sia radicalmente cambiato.

In questo cambiamento però, intervengono anche i media: quelli della carta stampata ma, soprattutto, quelli televisivi.

Un uomo politico italiano, un senatore della Repubblica, stringe oscure alleanze e collaborazioni con uno dei Paesi più antifemministi, antidemocratici e assassini del pianeta. Indipendentemente da contratti e compensi, dopo aver innescato la bomba, corre in Arabia, per complimentarsi col sultano di turno per la sua politica, con particolare riferimento a quella adottata nella sfera lavorativa. Il vomito è d’obbligo, ma non certamente soltanto nei suoi riguardi, ma anche verso quelle trasmissioni televisive, quelle rubriche che pretendono di parlare e di informarci esclusivamente dell’andamento della crisi politica.

Renzi fa odiens e accanirsi su queste sue azioni o semplicemente parlarne in questo momento, significa restare tagliati fuori da sue eventuali presenze e interviste. Questi stessi programmi televisivi, riescono a trattare anche temi di terzo piano, confermando, con la loro atipica scaletta e discutibili opinionisti e tuttologi, come la loro sia una evidente scelta di parte, interessata esclusivamente allo share e, di conseguenza, al succoso introito dei contratti pubblicitari.

Sempre di fette di torta di spartire si tratta, esattamente come quella del futuro Recovery Fund.

E noi? Noi sempre lì, incollati al video, in attesa di eventi e sviluppi, non sempre consapevoli che, spesso, “quelli” guardano solo il proprio orticello, televisione pubblica o cosiddetta privata che sia.

Forse, quel Renzi con la Kefiah e a cavallo di un cammello, viene conservato in salamoia per essere poi tirato fuori solo dopo che il magico Draghi avrà presentato il nuovo Governo. Solo dopo, forse, verrà ripescato il Matteo musulmano, per riempire quegli spazi di cronaca, lasciati vuoti dalla politica.

Qualcuno potrebbe chiamarla “notizia o giustizia ad orologeria” e quando ciò accadrà, sarà dettata da interessi esclusivamente mediatici! Anche loro, a questo punto, hanno le mani nella marmellata? E noi? Forse scamperemo al covid, non ci verrà il diabete, ma beccheremo l’ulcera…

Teodoro Mercuri