Lettere a Iacchite’: “I precari vibonesi un anno dopo: solo silenzio dalle istituzioni”

I PRECARI VIBONESI UN ANNO DOPO

Il 28 dicembre dello scorso anno veniva emanata dalla Regione Calabria la legge n. 42/2021, “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 25 giugno 2019, n. 29 (Storicizzazione risorse del precariato storico)”, che offriva ai precari vibonesi rientranti nel bacino regionale della n. 15/2008, la possibilità di avere trasformato il contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato con Azienda Calabria Lavoro.

La legge venne impugnata dal Consiglio dei Ministri con eccezioni che riguardavano la incostituzionalità di alcune sue disposizioni venne riproposta con la n. 11/2022 del 06/05/2022, “Approvazione avviso pubblico per la stabilizzazione dei lavoratori di cui all’art. 2 della legge regionale 13 giugno 2008 n. 15 presso le PP.AA. della Regione Calabria”, che non ha subito impugnative governative, entrando, così, nel pieno della sua vigenza.

Finito questo iter, che si può definire governativo, è iniziato quello Regionale, che si è dipanato attraverso vari passaggi utili a rendere concreta la stabilizzazione del rapporto lavorativo per i 70 vibonesi. Ma, alla data odierna, nessuna notizia certa sulla firma del tanto atteso contratto a tempo indeterminato, dopo 84 mesi di precariato, viene indicata da Azienda Calabria Lavoro o dal competente Dipartimento Regionale.

Azienda Calabria Lavoro è ancora in attesa del nuovo Direttore generale, essendo scaduta il 30 novembre scorso la proroga nelle funzioni del Commissario Straordinario, ed il Dipartimento al Lavoro ha da pochi giorni un nuovo Assessore.

Al 6 dicembre 2022, quasi un anno dopo, il silenzio domina questa vicenda.

La preoccupazione dei lavoratori è tanta, ingigantita anche dalla circostanza che, pare, non siano più configurabili rinnovi tecnici, il cui numero è cresciuto a dismisura negli ultimi due anni.

Lo scenario che si presenta ad oggi è quello della interruzione di qualsiasi rapporto lavorativo, in sostanza, 70 lavoratori lasciati a casa. E ciò, nonostante si tratti di una forza lavoro ormai professionalizzata al massimo negli Enti in cui sono impegnati ( Prefettura, ASP di Vibo Valentia, comuni della Provincia, Aterp ). Non è da circostanza affermare che quegli Enti, nell’arco di venti giorni, se questa situazione non dovesse subire svolte immediate, si ritroverebbero con insostenibili carenze di personale, tanto da non poter svolgere adeguatamente i compiti amministrativi oggi demandati ai precari.

Un anno dopo, emerge precarietà sulla precarietà, situazione certamente difficile, ma solo per  i lavoratori, senza certezze, senza tutele, senza attenzione. Non è esattamente quanto c’era nelle premesse di dodici mesi fa. Ci sarebbe da chiedere cosa sia successo, ma le risposte non ci sono.

Questa provocazione ha lo scopo di tentare di smuovere qualcosa che è rimasta ferma da troppo tempo ormai, con la sottile vena di speranza che non sia troppo tardi.