Lettere a Iacchite’: “Jovanotti e la Calabria: ma quanto sono rattusi questi della Regione e della Film Commission?”

La Calabria è stata costretta, appena qualche settimana fa, ad assistere all’esaltazione della pagliacciata della Regione, clamorosamente rimasta fuori dalle “celebrazioni” per l’arrivo di Jovanotti. Una vicenda surreale della quale tutti ma proprio tutti sanno che la Regione Calabria per dirla con Cetto non c’entra una beata minchia…

Jovanotti era in Calabria per girare un videoclip e lanciare un singolo e il suo arrivo – all’inizio – era stato annunciato soltanto dal Comune di Gerace. I papponi della Regione e della Film Commission in particolare, allora, hanno capito che sarebbero rimasti col culo rotto e… senza cirasi e si sono dati da fare per dimostrare non si sa bene che cosa… Anzi, una cosa s’è capita: si sono precipitati a Gerace per dirci che avevano “finanziato qualcosa”, ma niente di certo, forse le comparse e i ristoranti… Pensate un po’ voi a che livello di “rattusaggine” siamo arrivati. E questo per le “solite” ragioni da campagna elettorale “perenne”…

Il tutto condito dalla solita paranza di turno appollaiata nella Film Commission: parliamo di personaggi come il “solito” Lenin Montesanto, che sta battendo il record mondiale di uffici stampa e incarichetti vari (e ancora schiuma veleno per aver “perso” il Comune di Corigliano-Rossano) o come l’altrettanto “solito” Alessandro Russo, fratello di “panza” di Fausto Orsomarcio, che non si capisce perché s’è piazzato in tutta la sua opulenza al tavolo della conferenza stampa (forse ha preso una nuova consulenza dopo quella “garantita” dalla paranza nel Cosenza Calcio?)

Per non parlare del capo dei papponi Giampaolo Calabrese Ippolito Spagnuolo, il nipote del Gattopardo procuratore capo di Cosenza, sempre bravo ad intrufolarsi per un posto al sole, prima alla corte di Minoli, dove s’è distinto come il fautore di quella boiata pazzesca che è stato il corto di Muccino, e oggi a quella del sarto Grande, nuovo presidente del carrozzone Film Commission.

Ma pur di rimanere a galla tutto si fa, anche rinnegare il passato che per l’appunto è il corto di Muccino che ha gestito in prima persona. Con la moglie, Albuccia la Bertuccia, che in questi giorni non potendo fare altro andava in giro bacheche bacheche a fare la parte a questo e a quella perché il marito non è social (cazzi suoi) e perché non è stato neanche citato…. E perché – ci chiediamo – avrebbe dovuto essere citato se non per essere quel pappone che è?

Ci piacerebbe sapere, infine, chi vista ed autorizza queste succulente trasferte della papponeria calabrese. Molti dicono che sia il solito Luciano Vigna… E poi il presidente parassita sputtana un’agenzia di pubblicità e una dirigente del settore Turismo per un “affare” da 164 mila euro… Sapete quanto si fottono Orsomarcio e i suoi fratelli con queste vicende tragicomiche della Film Commission? Altro che 164 mila euro…

Lettera firmata