Lettere a Iacchite’: “Legionella a Sellia Marina, vi racconto la mia odissea e l’inerzia degli organi competenti”

Vi scrivo per segnalare un grave caso successo nel Comune di Sellia Marina, pochi giorni fa.

A fine agosto vado a prendere mia suocera Fieno Assunta, ad Avellino, dov’è residente, per portarla presso un’abitazione nella quale eravamo ospiti con la mia famiglia, per trascorrere le vacanze estive. Il 23 agosto mia suocera avverte la presenza di febbre e dopo qualche giorno, senza che la febbre passasse, decidiamo di chiamare il 118, vista l’impossibilità, aimè, di poter essere visitata dalla guardia medica di Sellia Marina, in quanto in presenza di febbre, la guardia medica non effettua visite a domicilio.

A seguito di tampone effettuato presso il pronto soccorso dell’ospedale civile di Catanzaro, la sig.ra risulta negativa al covid-19, ma a causa di una grave crisi respiratoria seguita da arresto cardiaco, viene ricoverata in sala rianimazione. Il giorno dopo a seguito di analisi ematologiche gli viene riscontrata la presenza del patogeno “legionella”.

Il giorno stesso veniamo contattati dall’Asp di Catanzaro che ci invita ad abbandonare immediatamente l’appartamento e a non utilizzare assolutamente l’acqua dei lavandini.

Subito dopo veniamo contattati dai vigili di Sellia Marina che ci consegnano l’ordinanza di sgombero dell’appartamento.

A seguito di quanto successo decido di sottopormi a esame ematologico, e viene riscontrato anche su di me la presenza dell’agente patogeno, che mi aveva provocato una febbre invalidante curata, dal mio medico curante, con antibiotico, guarita dopo 5 giorni.

Da quel giorno mia suocera è rimasta in sala rianimazione intubata e sedata fino al 19 settembre, giorno della sua morte, a causa delle gravi infezioni provocate dal patogeno “legionella”.

Ad oggi, nessuno degli organi competenti, si è messo in contatto con noi, per sapere del nostro stato di salute, ne per comunicarci se erano state messe in atto azioni per evitare che ci fossero ulteriori contagi.

L’ASP di Catanzaro dopo aver effettuato i campioni, esclusivamente nell’appartamento, ed aver rilevato la presenza del patogeno in più punti, sostiene di aver effettuato tutto ciò che gli competeva e su sollecitazione della proprietaria dell’appartamento che, giustamente avrebbe voluto sapere da dove fosse arrivato quel batterio, rispondevano che non essendoci altri casi (tenete conto che la “legionella” è un’infezione difficilmente diagnosticata se presa in forma lieve perché ha gli stessi sintomi di un’influenza) non era tenuta ad analizzare altri punti.

Non siamo a conoscenza di azioni messe in campo dal comune di Sellia Marina, per individuare la presenza di focolai che possano aver scatenato il propagarsi del batterio, ne di azioni messe in campo per evitare che ciò possa accadere in futuro.

Per questi motivi ho provveduto a inoltrare esposto/denuncia alla Procura della Repubblica di Catanzaro oltre che ai Carabinieri di Sellia Marina ed al Prefetto, per capire se con le loro azioni, gli organi su citati o altri competenti in materia abbiano messo in campo tutto ciò previsto dalla legge.

Rimane il rammarico e la tristezza per una vicenda che al nord (vedi Busto Arsizio) ha allertato gli organi di stampa anche a livello nazionale, vista la pericolosità del patogeno in questione, mentre da noi in Calabria è passata completamente in sordina, oltre che la rabbia per la morte di una povera donna che era venuta nella nostra terra per passare qualche giorno di vacanza ed è ritornata nella sua terra cadavere a soli 74 anni.

Vi ringrazio per il vostro, eventuale, interessamento.

Cordiali saluti

Gianfranco Timpano