Lettere a Iacchite’: “Noi, ricercatori “precarissimi” presi in giro da Inps e Università”

Ho conseguito il dottorato presso l’Università della Calabria, il contratto di dottorato si è concluso il 30 novembre 2021. Durante il mio periodo di dottorato ho partecipato alla procedura selettiva, per titoli e colloquio, per il conferimento di N. 24 (ventiquattro) contratti di collaborazione, della durata di 12 (dodici) mesi, per lo svolgimento della seguente attività: “Supporto tutoriale alle attività didattiche”. Ho passato la procedura di selezione e quindi ho firmato un contratto Co.co.co. della durata di 12 mesi (dall’ 11/2020 all’11/2021). Ho dunque concluso ogni tipo di rapporto contrattuale con l’UNICAL il 30/11/2021.

A questo punto avrei avuto diritto ad un’indennità di disoccupazione. La domanda di indennità di disoccupazione DIS-COLL, da me presentata in data 02/12/2021 è stata accolta con decorrenza dal 08/12/2021. E’ stato effettuato un unico pagamento in cui sono stati liquidati i primi 34 giorni di dis-coll in quanto la prestazione è decaduta in data 11/01/2022, per la presenza di un rapporto co.co.co. presso l’Unical in qualità di tutor. In realtà io non ho alcun tipi di rapporto contrattuale con l’Unical dal 30 novembre 2021. Si tratta dunque di un “contratto fantasma”.
Ho contattato ripetute volte la sede INPS che mi ha risposto contestualmente: “Questo è quanto risulta dal sito del ministero. Qualora si tratti di un errore, la comunicazione obbligatoria deve essere annullata dall’Unical”.

Dall’1 aprile ho iniziato a lavorare presso un ente di ricerca in Friuli Venezia Giulia.
Questo tipo di errore potrebbe avere delle gravi ripercussioni anche sulla mia attuale situazione professionale, oltre ad aver interrotto l’erogazione, per ben 3 mesi, dell’indennità di disoccupazione che mi spettava di diritto.
Quello che vorrei sottolineare è che non ho trovato alcun tipo di supporto da entrambi gli enti implicati in questa vicenda, quindi INPS di Crotone ed Università della Calabria. E che rischio anche di avere problemi con il mio attuale salario.
Tutto ciò si unisce al fatto che in Italia i ricercatori sono “PRECARISSIMI”, le condizioni di lavoro offerte dai nostri atenei sono pessime. E soprattutto sono peggiorate negli ultimi anni. Attualmente più del 50% dei ricercatori nelle università italiane ha un contratto a termine – dagli assegni di ricerca ai ricercatori a tempo determinato (contratti di 6/12 mesi).

Lettera firmata