Lettere a Iacchite’: “Rende, Comitati di quartiere o circoli privati al servizio di Manna?”

Non possiamo non trovarci d’accordo sulla più che giusta e doverosa critica mossa dalla presidente di Attiva Rende Marina Simonetti, sulla nascita dei cosiddetti “Comitati di quartiere”.

Ovviamente sono da incoraggiare e da plaudire tutte le forme di associazionismo che svolgano una funzione produttiva per la comunità, ma in realtà, cosi come espresso dalla Simonetti,  ciò che viene presentato come un comitato di quartiere, altro non è che la mera rappresentazione di un circolo privato, i cui organi istituzionali sicuramente non rappresentano il quartiere, perché né lo conoscono, né tantomeno lo vivono, in più non sono personalità imparziali, essendo alla mercé del sindaco e dei suoi soci, incapaci dunque di esercitare valutazioni equilibrate e neutre; cosi come si è dimostrato durante il Settembre Rendese, quando Commenda è stata completamente esclusa dal palinsesto degli eventi.

Dunque se si volesse autenticamente promuovere un vero Comitato di quartiere, il primo passo dovrebbe essere, in ogni caso, l’apertura alla comunità di riferimento, cosicché da scegliere in modo democratico e collettivo gli organi rappresentativi. A noi le tavole già apparecchiata proprio non vanno giù; immagino che molti abitanti del quartiere avrebbero voluto collaborare al programma, partecipare alla scelta degli organi dirigenti, collaudare l’impatto sul territorio e discuterne collegialmente, ma invece no, tutto calato dall’alto, tutto già predisposto da sindaco e assessore per ricamarsi la solita mezz’ora di celebrità.

Non siamo però affatto stupiti dalla totale assenza di democraticità di tale associazionismo; certamente è affine e ripercorre l’atteggiamento autoritario e da predicatori d’odio di alcuni suoi rappresentati, ma siamo infine, altrettanto certi e fiduciosi che la presenza di un noto costituzionalista come il professore Gambino possa in un qualche modo pedagogizzare il credo politico del presidente dichiaratamente fascista e nostalgico del ventennio mussoliniano.

Lettera firmata