Lettere a Iacchite’: “San Giovanni in Fiore&Provincia, ecco come hanno truccato il concorso per autisti davanti a tutti”

Salve,

in merito all’articolo sul concorso per due posti di autista a tempo indeterminato indetto dalla Provincia di Cosenza e in particolare dalla Succurro, che come da scontato copione farà vincere un… consigliere comunale di San Giovanni in Fiore (https://www.iacchite.blog/san-giovanni-in-fioreprovincia-di-cosenza-ecco-lennesimo-concorso-truccato/), volevo dirvi che io sono stato uno dei tanti che ha partecipato al concorso.

L’ho fatto perché avevo ancora una speranza accesa ma poi però ho visto una cosa che non dovevo vedere e da li ho capito che i posti erano già assegnati, o meglio vi spiego con quale faccia tosta questi qui fanno concorsi pubblici.

Arrivati nella sede della prova scritta, l’auditorium del Liceo Classico Telesio a Cosenza, ti davano una busta dove scrivevi nome, cognome e firma, quindi si chiudeva la busta (da lettera) e si metteva in una busta più grande dove si doveva mettere il test… ma questo test non doveva essere firmato, quindi non aveva davvero senso mettere il test in questa busta grande dove era presente un’altra busta con nome e cognome dei candidati perché – penso che lo capiscano anche i bambini – si poteva benissimo scambiare il test.

Insomma, un’altra trovata molto simile al concorso truccato per autisti delle Ferrovie della Calabria, del quale avete scritto a lungo negli anni passati, solo che li almeno avevano salvato la faccia perchè c’era il codice a barre che si staccava. Adesso neanche questo…

Ormai non c’è più speranza per noi. Ma non è finita qui… Poi li all’istante hanno stampato i quiz davanti a tutti, c’era una stampante sul palco dove è stato svolto il concorso (sulle sedie dell’auditorium del Liceo Classico Telesio con il compito sulle ginocchia!!!)

Quindi questo fa capire che, volendo, noi eravamo li – 98 persone – a sognare il posto fisso alla Provincia quando loro stampavano il test, lo compilavano e quando gli garbava, lo sostituivano nella busta.
Ah, quasi dimenticavo: nell’auditorium le file di sedie vanno a livelli (a scendere) quindi eravamo disposti un posto si e uno no, e in più – volendo – se io un attimo alzavo lo sguardo potevo comunque guardare le risposte degli altri nonostante la scomodità e i fogli volanti. Così, tanto per gradire…

Lettera firmata