San Lucido – La truffa legalizzata e l’altra gara
Sono di San Lucido, chi mi conosce sa che ho fatto di un rigoroso rispetto delle leggi lo stile di vita che mi è valso il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica. Oggi, grazie alle maglie larghe di alcune leggi nelle quali i truffatori sanno bene infilarsi, sono diventato un comune delinquente.
Miei vicini di casa iniziano dei lavori abusivi su una stradina ad uso comune, il Comune li ferma e invia un’ordinanza di demolizione in quanto accerta che non sono i proprietari. Fanno ricorso straordinario al Presidente della Repubblica che tradotto significa “non demolisco nulla e continuo a fare ciò che voglio”, si attende dal 2015 la risposta dello Stato. Chi, nel comando dei vigili, avrebbe dovuto far eseguire la demolizione è parente dei truffatori, viene meno al suo dovere e poi si trasferisce a Paola.
Subito dopo, consigliati dal più grande imbroglione di San Lucido, stipulano un atto con false dichiarazioni da un notaiuccio di Paola che si limita a trascrivere quanto da loro dichiarato scaricando ogni responsabilità. Per diventare proprietari, sono costretti a dichiarare che io non ho abitato nella mia casa per vent’anni e questa diventa “la verità”, fino a prova contraria.
Insomma, uno ruba una collana e quando viene scoperto dichiara di averla regalata alla moglie che, pertanto, ritiene di essere legittima proprietaria in quanto le è stata legittimante regalata dal ladro.
Forti di questo atto falso, ottengono un permesso a costruire sullo stesso terreno oggetto di ordinanza di demolizione, un passo carrabile personale, la chiusura del mio cancello pedonale, il sequestro della mia macchina, procedimenti giudiziari per me e i miei familiari. Ogni sacrosanto diritto da me acquisito con regolare atto notarile nel 1967 viene annullato. A stento riesco a uscire ed entrare da casa con la sedia a rotelle sulla quale sono costretto. Oltre il danno, la beffa.
Tutto questo grazie alla complicità di dipendenti comunali corrotti, alla indifferenza delle istituzioni e all’appoggio di amici che contano a Paola. Nessuno ha più voluto vedere, nessuno ha più voluto sentire.
Questa gente ora pensa di aver vinto ma, poveretti, non hanno ancora capito che io sto partecipando ad un’altra gara.
Giovanni Pizzotti