Lettere a Iacchite’: “Sono uno studente Unical e alle elezioni non voterò”

Non votare, non delegare, lotta!
Sono uno studente Unical ed alle elezioni del 14 e 15 Maggio non voterò.

Ciao,

non importa chi sono, non sono qui per chiederti qualcosa, ma per invitarti a riflettere. Sono anche io uno studente universitario, ogni giorno cerco di stare a galla tra esami e tasse sempre più alte, cerco di dare il mio meglio seguendo lezioni contorte ed affollate in aule fatiscenti, raggiungendo l’università con mezzi di trasporto costosi e pagando affitti ad avvoltoi che mi propongono le peggiori soluzioni per evadere le loro tasse. In aula seguo attento, quando non ho altri pensieri per la testa, sono spesso solo o con un gruppo ristretto di amici. Molti colleghi non li conosco. Condivido da anni ormai, con questi ultimi, spazi ristretti, tensioni pre esame, difficoltà, ma quasi nemmeno li saluto. Se li vedo per strada fanno finta di non conoscermi ed io di non conoscere loro, ci stiamo sul cazzo forse, forse nemmeno quello, non esistiamo l’uno per l’altro, ecco.

Ma poi succede qualcosa, ci sono le elezioni universitarie ed ecco che quel tizio che non ti ha mai salutato si avvicina lezioso, con il suo bel collarino in mostra. Ti da una pacca sulla spalla e magari ti offre anche il caffè. Un bisogno di amicizia improvviso, una considerazione inaspettata. Le elezioni riescono a fare quello che santi e pacifisti non sono riusciti a fare in millenni di storia: unire i popoli. L’amicizia e la disponibilità diventano un valore imprescindibile. La volta in cui hai prestato il correttore all’esonero del primo esame del primo anno diventa un ricordo che nemmeno quello stesso correttore potrà mai cancellare. I legami sono più saldi che mai, almeno fino alla fine della campagna elettorale. Poi si può tornare ad essere i soliti estranei.

Passeggio spesso sul ponte, lo faccio per evitare di pagare anche il costo della navetta, inciampo su spazzatura, vedo vandalismo ovunque, studenti apatici non si voltano nemmeno un istante. Passo davanti alle associazioni, una serie colorata di strutture chiuse, coperte da simboli e “servizi offerti”, come modulistica o sostegno di vario genere. Sorrido sempre, pensando a tutte le volte che ho avuto problemi con le tasse, o con le verbalizzazioni degli esami, alle mattinate perse in coda in segreteria, saltando le lezioni. Ovviamente le associazioni non ci sono mai state per me. La zona di ponte che le ospita è più desolata di Černobyl’ post disastro. Ma ora è periodo elettorale ed ecco che l’Unical diventa una succursale di Disneyland, almeno fino alla fine della campagna elettorale. Poi potremo ritornare al solito deserto, a sbattere contro i rotolacampo dei film western.

Mi reco spesso in biblioteca a studiare, a volte devo ripetere o fare progetti con i colleghi, dobbiamo alzare un po’ la voce. Abbiamo sempre il problema di dove recarci, naturalmente gli spazi delle associazioni sono inaccessibili, dei privè per i ragazzi col collare, quindi sono costretto a recarmi in luoghi di fortuna: aule vuote solitamente, almeno finchè professori o guardie non vengono a cacciarmi, quindi mi rifugio nelle aule occupate, dove vedo ragazzi, che senza prendere un centesimo (a differenza delle associazioni che fanno sparire quantità enormi di denaro) offrono servizi vitali per le università. Servizi che i candidati elettorali propongono durante questo delirante periodo elettorale, naturalmente senza poi realizzare nulla.

Sono da diversi anni qui, credo di conoscere abbastanza bene l’Università, ne ho visti molti di candidati passare. È bello notare come molti di loro utilizzino queste elezioni come trampolino di lancio per la politica dei grandi, è bello vedere come subito dopo le elezioni si dimentichino di te, è bello sapere che partiti politici al di fuori dell’università annaffino questo gioco tra ignoranti di una pioggia di denaro che servirà loro ad avere altri burattini da poter manovrare. Sapete quanti ne ho visti di candidati, con la loro bella camicia azzurra, assentarsi puntualmente a tutti i consigli ai quali dovevano partecipare? Qualche volta li ho visti impegnati: quando devono cercare di ottenere qualche centesimo in più, o quando vanno a mendicare gettoni di presenza, o quando devono leccare il culo a qualche professore, che in cambio di un appoggio li farà passare all’esame o magari garantirà loro l’iscrizione ad un corso di dottorato o il posto di lavoro in qualche comitato di gestione o altro organo afferente l’università.

Se ci pensate bene sono proprio questi interessi che danno foga ai politicanti di turno, perchè se provate a tornare indietro con la memoria, questi rappresentanti, che oggi sembrano le persone più attive dell’universo, dove li avete visti prima? Erano forse in prima linea nelle proteste contro l’aumento delle tasse? Erano con voi a protestare contro le borse di studio non erogate agli idonei non beneficiari? Erano presenti a lottare contro lo smantellamento di dipartimenti (vedi DIATIC ad esempio) che costringerà tanti tuoi colleghi (e forse proprio tu) a dover emigrare altrove (se hai i soldi per farlo)? Erano a prendersi le manganellate dalla polizia manifestando pacificamente contro l’ennesima passerella politica all’Unical? No! Erano nelle loro case, a farsi i cazzi loro, consapevoli del fatto che vi avrebbero convinto a farsi votare, perchè siete dei polli.

Siete dei polletti da spennare. Vi basta così poco per vendere la vostra dignità: una ricarica sul cellulare, la considerazione del ragazzo o della ragazza che vi fa l’occhiolino, la richiesta di un amico, una birra. Questo vale la vostra dignità per i candidati. Basta un caffè per comprarvi. E tra tutti voi polli ci sono pure i ruspanti, quelli che uniscono all’ignoranza ed alla mancanza di dignità anche la mancanza di modestia. Li vedi subito, vanno in giro credendo di fare campagna elettorale, sono agitati, hanno blocchi di santini in mano e fac simile elettorali, l’immancabile collare al collo, tirato idealmente da un unico padrone. Perchè è ovvio che i ritorni sono solo per pochi eletti, tutti gli altri sono presi in giro, ci credono veramente a fare campagne elettorali perché si sentono investiti da una carica divina, ma sono solo pedine nello scacchiere del giovane politicante di turno. Non vi preoccupate, presto ci si dimenticherà anche di voi.

Tutto sommato però mi vien da ridere. O meglio, mi dispiace per chi ancora si fa prendere per fesso, ma nello stesso tempo mi vien da ridere. Vedere questo enorme formicaio brulicare per pochi giorni e poi spegnersi nuovamente è buffo. Dovrebbero esserci elezioni tutti i giorni, almeno questo campus vivrebbe un pò, al posto di sembrare un enorme liceo, deserto dopo le ore di lezione, buio, pericoloso. Le iniziative proposte dai candidati strizzano l’occhio a quello che qualcuno nel campus fa da anni ormai, senza ritorni economici, senza proclami elettorali, senza costose campagne. La socialità e la vita nel campus non può essere una promessa elettorale, soprattutto se le parole provengono da mummie che negli altri giorni sono nascoste nei loro sarcofaghi.

Scusate se vi ho tediato per troppo tempo, torno a studiare, si sta facendo tardi e fra poco mi manderanno via da questa aula. Sono sicuro che molti di voi si rispecchieranno nelle mie parole, quindi se accettate un consiglio NON VOTATE. Non siate dei polli, conservate un pò di dignità. Non fatevi prendere in giro da questi pagliacci. Il 14 e 15 Maggio fate altro, non siate parte attiva di questo sistema marcio e clientelare. Io, visto che non ho lezioni, penso di andare al parco a studiare e divertirmi, fai come me:

NON VOTARE, NON DELEGARE, LOTTA!