Lettere a Iacchite’: “Covid Cosenza, noi Oss siamo persone con dignità e non lavoratori usa e getta”

Era Aprile del 2021 quando dall’Asp di Cosenza io e altri 6 colleghi OSS siamo stati chiamati a scendere in campo nei reparti covid, allora il covid faceva paura (non come ora che sembra una passeggiata)…

Alcuni di noi non avevano nemmeno ancora il vaccino, nei reparti mancavano anche le mascherine e perfino i guanti ma nessuno di noi si è sottratto al senso del dovere che avevamo. Siamo stati assunti con un misero contratto co.co.co che non prevedeva straordinari, ferie e malattia e anche se avevamo la consapevolezza che se fosse successo qualcosa noi non avevamo nessuna tutela, abbiamo rischiato, perché la nostra è una vocazione prima di essere un lavoro.

Arrivò l’estate, il covid sembrava stesse scomparendo e noi per sopperire alla mancanza di personale in vista delle ferie estive siamo stati mandati a lavorare nei luoghi più distanti della provincia: Castrovillari, Lungro, Mormanno, Acri e Cetraro, con la promessa che quei sacrifici sarebbero stati ripagati e che nessuno si sarebbe dimenticati di noi. Abbiamo adempiuto a tutto ciò che ci è stato detto nonostante il nostro contratto ci permetteva di scegliere autonomamente la sede e l’orario di lavoro che volevamo fare.

Abbiamo raggiunto le sedi assegnate, siamo stati dotati di badge che non dovevamo avere per timbrare le nostre turnazioni, abbiamo lavorato di notte ed anche i giorni festivi, siamo stati trattati da dipendenti e non da subordinati e tutto questo per poi avere il benservito…

Abbiamo avuto diversi rinnovi e con l’insediamento del nuovo commissario Graziano i primi di giugno arriva un ulteriore proroga che ci assicurava la continuità lavorativa fino a dicembre 2022 ma questa gioia durò poco poiché il 1* luglio 2022 (senza nessun preavviso) con una semplice telefonata siamo stati costretti ad abbandonare immediatamente il servizio in quanto eravamo stati licenziati. In questi mesi trascorsi abbiamo cercato in tutti i modi di mediare con l’Asp senza ricevere nessun ascolto..
•Ci sentiamo discriminati perché siamo stati cacciati con la motivazione che i contratti co.co.co non erano legali, ma gli infermieri assunti come noi sono ancora in servizio
•Ci sentiamo sfruttati perché nessuno ci ha tutelato, perché siamo stati mandati a casa solo perché i reparti senza oss possono andare avanti lo stesso

Siamo mamme e padri che hanno accettato tutto questo perché in questa Calabria siamo tutti bisognosi di qualcosa, perché noi volevamo dare il nostro contributo in un momento di grande difficoltà, perché noi volevamo credere davvero che la sanità potesse cambiare,si parla tanto di assunzioni ed invece il personale che è servito quando gli altri si tiravano indietro è stato tolto senza rispetto, senza pietà e senza umanità, i nostri posti ancora oggi sono vacanti e nei reparti c’è davvero una situazione esasperante per la mancanza di personale. Non vogliamo nessuna medaglia ma siamo stati trattati da Eroi solo fino a quando avevano bisogno. Vogliamo essere ascoltati perché non siamo un numero, siamo persone con dignità e non lavoratori usa e getta.