Liberi per Crotone: “Il partito dei rifiuti e degli affari (quasi) tutto unito per un nuovo inceneritore”

COMUNICATO STAMPA – LIBERI PER CROTONE

L’unico progetto, di Liberi per Crotone, che può ridare un futuro alla città pitagorica è la provincia della Magna Grecia. Unica possibilità di rilanciare la nostra provincia, la nostra economia, attraverso una forte e storica identità territoriale.
Le annose questioni che attanagliano la nostra città, invece, sono la prova dell’incapacità delle precedenti classi dirigenti di questo territorio e temiamo anche delle future.

Prendiamo il problema più discusso negli ultimi 15 anni, i rifiuti. La spazzatura invade la città. Accade da circa 15 anni, quando nel 2007 la discarica di Columbra di Crotone era esaurita e la proprietà chiese il raddoppio di milioni di metri cubi della discarica stessa. Un movimento composto da diverse associazioni e cittadini ingaggiò una battaglia difficile per più di un anno e riuscì ad impedire quella scellerata soluzione.

Purtroppo in quegli anni la gestione regionale dei rifiuti era commissariata e l’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, un vero e proprio porto delle nebbie, negli anni successivi ha progressivamente ampliato la discarica di Columbra fino ad arrivare a più di 4 milioni di metri cubi di rifiuti indifferenziati.
Ricordiamo, inoltre, che la gestione del ciclo dei rifiuti a Crotone ha visto il coinvolgimento di più strutture. Negli anni passati l’Akros, prima di fallire, gestiva la raccolta differenziata di moltissimi comuni della provincia di Crotone. L’Akros era un’azienda partecipata mista pubblico-privata; i soci pubblici di maggioranza erano i comuni della provincia di Crotone ed il 49% era nelle mani delle società del gruppo Vrenna. Inoltre, come tutti sanno, la raccolta differenziata non è mai partita a Crotone, mentre tutta la monnezza è stata sempre abbancata nella discarica di Columbra con una doppia spesa per i cittadini di Crotone: il conferimento a peso della spazzatura tal quale e della raccolta differenziata che, pur non essendo mai partita, è stata pagata dai cittadini. Inoltre, vale la pena di ricordare che l’impianto di Ponticelli, oggi gestito da privati, dalla società consortile Ekrò riconducibile alla galassia del gruppo Vrenna, ha sempre funzionato a singhiozzo ed ha sempre provocato enormi problemi alla popolazione che vive nelle adiacenze.

Ma com’è possibile che nessuno ne parli? Com’è possibile che la parte remunerativa del ciclo dei rifiuti sia nelle mani di potentissime aziende private? Com’è possibile che la raccolta dei rifiuti che non porta guadagno, ma solo spese, sia tutta sulle spalle del pubblico e il trattamento e lo smaltimento, che produce business, sia tutto nelle mani dei privati?
Sappiamo tutti che il piano regionale dei rifiuti prevede che ogni Ato, deve gestire e smaltire in loco i propri rifiuti. Ora apprendiamo da un dibattito televisivo che il candidato Vincenzo Voce ha nel suo programma elettorale l’obiettivo di risolvere la questione dei rifiuti attraverso la realizzazione di discariche e inceneritori, sostenendo la tesi che al massimo si potrà fare un 60% di differenziata e tutto il resto dovrà essere interrato o bruciato.

Un inceneritore? No, non è possibile. Una volta realizzato, un eventuale inceneritore per restare in piedi dovrà bruciare rifiuti provenienti da tutte le parti d’Italia, con danni notevolissimi per l’ambiente e la salute dei cittadini, altro che risolvere il problema dei rifiuti di Crotone. Tra l’altro, un inceneritore di rifiuti ospedalieri, riconducibile sempre al gruppo Vrenna, a Crotone c’è già da moltissimi anni ed è situato in località Passovecchio.
L’aspetto più tragicomico, che sarà probabilmente oggetto di analisi da parte di tutti gli ambientalisti italiani, è come ci si possa dichiarare ambientalisti e poi prevedere di smaltire i rifiuti attraverso nuove discariche e inceneritori.

E’ legittimo proporre discariche e inceneritori ma queste sono scelte contro l’ambiente ed allora è meglio dichiararsi per quello che si è, così come fatto dagli altri candidati che pare abbiano sostanzialmente la stessa idea di Voce, anche se aspettiamo maggiori delucidazioni, e con la certa eccezione di Andrea Correggia. Del resto il problema dell’inquinamento ambientale, a cui concorre l’interramento dei rifiuti figuriamoci un altro inceneritore, che produce malattie per tanti, troppi cittadini crotonesi è riconosciuto da molti studi scientifici come il rapporto Sentieri.

Un ciclo virtuoso dei rifiuti prevede, a nostro avviso, che tutti i principali impianti di recupero e smaltimento siano di proprietà comunale, che ci sia un piano dettagliato per la raccolta differenziata, cassonetti o raccolta spinta porta a porta per la carta, il vetro, la plastica, le lattine ed i metalli e l’umido, oltre ad esempio ai vestiti, le scarpe e le borse in disuso da dare alle associazioni per finalità solidaristiche. Una raccolta differenziata di successo prevede il rispetto del principio di qualità e non solo di quantità del materiale differenziato e questo presuppone una massiccia sensibilizzazione ed un’efficace comunicazione sul perché è necessario differenziare i rifiuti e come si differenziano realmente in base al modello proposto.

L’introduzione di un modello di raccolta differenziata spinta, inoltre, consentirebbe un risparmio per i cittadini che, mediante un sistema di tracciamento con codici a barre sui sacchetti, pagherebbero la TARI in base ai rifiuti indifferenziati effettivamente prodotti. L’aspetto più importante riguarda però la programmazione di investimenti propedeutici che vanno fatti sull’impiantisca necessaria a sostenere una differenziata spinta, perché la raccolta differenziata ha la necessità di avere degli impianti di riferimento per poter smaltire i propri rifiuti che altrimenti, come accade oggi a Crotone, dopo essere stati differenziati tornano in discarica con una doppia beffa economica e ambientale per i cittadini crotonesi.

Crotone ha bisogno di una programmazione pubblica che investa realmente sull’economia circolare e riduca l’impronta ecologica della nostra comunità; di una classe politica che agevoli una vera strategia preventiva che sia in grado di limitare notevolmente il ricorso allo smaltimento dei rifiuti ad esempio riducendo a monte gli imballaggi favorendo anche in termini fiscali le aziende della Grande Distribuzione Organizzata e non che riducono al minimo il packaging oppure incentivando la distribuzione alla spina dei detersivi e così via.
Sono questi appena enunciati alcuni esempi di una programmazione che va fatta con cura certosina per chiudere il ciclo dei rifiuti trasformandoli in ricchezza per la collettività e per produrre la minima percentuale di rifiuti da smaltire.

Ecco perché bisogna partire dall’implementare la raccolta differenziata e l’impiantistica necessaria, potenziando le isole ecologiche, prevedendo la ricollocazione dell’impianto di Ponticelli e realizzando tutte le altre strutture necessarie per poi passare alla riorganizzazione di Akrea e all’acquisto di tutti i mezzi idonei. Ma solo dopo aver predisposto tutto per ridurre drasticamente la produzione di rifiuti e non prima, perché altrimenti si favorisce il partito dei rifiuti e degli affari.

Il Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, in relazione alle molteplici problematiche connesse al tema della gestione del ciclo dei rifiuti, ha più volte ribadito l’intenzione di rompere con le dinamiche del passato che si sono rivelate inefficaci e che hanno danneggiato fortemente Crotone e molte altre comunità, salvo poi disattendere quanto annunciato. Anche l’Ambito Territoriale Ottimale di Crotone non ha avviato alcuna programmazione in merito alla costruzione dell’impiantistica necessaria a concretizzare una raccolta differenziata spinta, per cui si evidenzia allo stato attuale una condizione di inadeguatezza che non consente l’avvio di un ciclo virtuoso dei rifiuti.
Riteniamo infine necessario evidenziare che la realizzazione di una discarica di servizio pubblica nel nostro territorio provinciale potrà realizzarsi solamente dopo la effettiva chiusura della discarica privata di Columbra. Non è assolutamente possibile, infatti, prevedere la coesistenza nel territorio della provincia di Crotone di una discarica di servizio pubblica ed una discarica privata, quella di Columbra, un sito immenso in cui confluiscono i rifiuti di tutta la Calabria.

Come si vede c’è molta confusione sotto il cielo, ma non è forse perché la frontiera del business a Crotone si è spostata sulla realizzazione di un nuovo inceneritore per bruciare i rifiuti?
Un’ultima domanda la vorremmo porre a Europa Verde che fa parte, anche se in maniera postdatata, della coalizione di Voce: siete d’accordo col programma del candidato che sostenete che prevede discariche e inceneritori per gestire il ciclo dei rifiuti a Crotone?

LIBERI PER CROTONE