L’inchiesta su Occhiuto: ecco la strategia del vigliacco

Per quanto cerchi di restare calmo e di non far trasparire all’esterno nessuna emozione negativa, Occhiuto è sempre più nel panico.

Le notizie che Jole Santelli riesce a fargli arrivare, grazie alle sue passate amicizie da sottosegretario alla giustizia, non sono per niente tranquillizzanti. Ogni tentativo di apparare è stato respinto. A Roma non se lo calcola più nessuno. E in tribunale a Cosenza per lui le cose sono cambiate. Granieri non c’è più e la Manzini si è finalmente mossa. Ed ha avviato una seria inchiesta su tutti gli affidamenti diretti targati Occhiuto e firmati dal tandem dell’intrallazzo Cucunato/Pecoraro. Con il suo braccio destro Potestio a garantire il tutto.

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Una valanga di denaro drenato fittiziamente agli amici degli amici per lavori mai eseguiti e verificati. Ogni singola determina, studiata a tavolino, si inquadra sotto la fatidica soglia dei 40.000 euro. Un’ operazione che ha permesso al duo Cucunato/Pecoraro, sotto la supervisione di Occhiuto, di aggirare norme, leggi e pubbliche gare, affidando direttamente lavori la cui utilità è tutta da provare (laddove sono stati eseguiti), sempre alle stesse 4/5 ditte amiche.

Per lo più siamo di fronte a lavori definiti “urgenti” (in maniera fittizia): stippare tombini, perdite idriche, alliccate di cemento varie. Addirittura sono passati per lavori urgenti anche cambi di lampadine pubbliche, oppure il pittaggio di uffici di giudici e manutenzione al tribunale. Un modo come un altro per ricambiare i favori al procuratore capo Granieri che lo copriva, con lavori che altrimenti sarebbero dovuti andare gara e, allora, campa cavallo

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Ma così facendo Occhiuto è riuscito a prendere due piccioni con una fava: dare il lavoro agli amici e far felice il procuratore per l’immediatezza dell’esecuzione dei lavori. In altre parti d’Italia per questo genere di abuso amministrativo, sindaci e dirigenti sono finiti dritti in galera. Che non è quello che auguro ad Occhiuto. Anche se lui, più volte, quando la cricca era al completo ed operativa, in combutta con questore, procuratore capo, qualche PM, e dirigenti di polizia, nonché l’allora direttore del Quotidiano, ha tentato di mandarci me dietro le sbarre.

Con trappole di ogni tipo. Dalla molotov alla questura alle denunce fittizie. Ma io non sono come lui. Mi accontento di una sua cacciata dalla vita pubblica e amministrativa della nostra città, e in generale dell’Italia. Uno come Occhiuto non merita, né può amministrare la cosa pubblica. Questo lo devono capire tutti, anche i suoi sostenitori. La nostra non è una crociata contro l’uomo, ma contro il ladrocinio delle casse pubbliche. Ladrocinio che è certificato.

Solo chi non vuole vederlo, non lo vede. Non serve una sentenza, come dicono i finti garantisti che si sono scoperti tali subito dopo aver appreso di inchieste che riguardano l’ex sindaco, per certificare l’intrallazzo. E’ scritto nero su bianco negli atti. E su questo abbiamo fatto centinaia di esempi, dalla truffa degli scivoli per abbattere le barriere architettoniche, alle buche, ai vetri rotti dei plessi scolastici cittadini.

Di questo, cari sostenitori di Occhiuto, dovete prenderne atto, indipendentemente dal vostro parteggiare per lui. Legittimo. Per carità. Ma se siete in buona fede, come io spero, non potete fare finta che tutto ciò non è avvenuto.

Denaro sottratto direttamente dalle casse comunali, a discapito di servizi importanti e primari per i cittadini: asili, assistenza, trasporti, servizi alla persona. Questo è un dato incontrovertibile, da qualsiasi angolazione lo si voglia guardare. Questo ladrocinio è avvenuto. Su questo, vista la presenza nelle liste di Occhiuto di brave ed oneste persone, permettetemi di dire che una parola me l’aspetto.

Continuare, per i candidati nelle liste di Occhiuto, a far finta di niente non conviene più. Il rischio è di essere assimilati a questa turpe pratica amministrativa a danno dei cittadini (come voi), che con la coscienza civica e civile non ha niente da fare. Ovviamente mi rivolgo a chi questa coscienza ce l’ha. A chi, tra i suoi sostenitori, parla sinceramente di etica e morale. A chi tra di voi crede veramente nella legalità e trasparenza.

Mi aspetto da questi che chiedano al loro candidato, carte alla mano, di partecipare ad un confronto serrato e pubblico, per spiegare ai cittadini se ciò che scriviamo è vero o falso. Oppure anche lui come Presta ha paura della domande?

Perché, se così è, cioè che l’ex sindaco continua a sottrarsi alle domande scomode, questo dovrebbe cancellare ogni vostro dubbio sul suo coinvolgimento in questi intrallazzi, altrimenti spiegherebbe a voi e alla stampa come stanno realmente le cose. Sempre carti ari manu.

E invece, non solo continua a rifiutarsi di rispondere a domande scomode, ma ha intrapreso da tempo una strategia difensiva degna del peggior vigliacco: scaricare sugli altri. Anche questo dovrebbe farvi riflettere sulla correttezza di quest’uomo. Una persona che non sa assumersi le proprie responsabilità è, per me, una persona meschina. Ed è questa la strategia che Occhiuto e fratello, coordinati dalla Santelli stanno tentando di mettere in piedi.

Stanno studiando il modo di addossare tutte le responsabilità giuridiche al duo dell’intrallazzo amministrativo Cucunato/Pecoraro. 2Per quel che riguarda gli affidamenti diretti. Mentre, per quel che riguarda gli accordi con la mafia, scaricherà tutto sulle spalle di Potestio.

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Un’ operazione che ha già visto la totale collaborazione di Cucunato che si è detto disponibile a farsi la galera al posto suo. Così pare sia anche per il povero Potestio, costretto a fare giuramento di silenzio. Cioè, addossarsi tutte le colpe senza cantarsela. Deve dire che ha fatto tutto di testa sua: tutte le telefonate tra lui e gli esponenti della malavita che parlano di piazza Fera e di altri subappalti, sono state di sua esclusiva iniziativa. Povero Potestio. Capogabinetto del sindaco. Cioè, l’uomo di fiducia per eccellenza del sindaco, quello che si nomina solo sulla fiducia, che organizza un giro di affari sporchi con la malavita locale tutto di testa sua, all’insaputa del sindaco. Che triste destino.

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L’anello debole della catena potrebbe essere l’ingegnere Pecoraro che a quanto pare non è nelle condizioni fisiche di sopportare una carcerazione. Potrebbe cedere e cantarsela, cosa che io gli consiglio da sempre. Per il suo bene.

 

Immolarsi per Occhiuto non serve, posso capire Cucunato e Potestio che da sempre mangiano con lui e gli devono molto, ma lei, ingegnè, non lo faccia. Si presenti davanti ai PM e confessi tutto quanto, si liberi di questo peso, e vedrà che saranno clementi. Ma, devo dirlo, purtroppo non andrà così.

Nonostante la fedeltà di Cucunato e Potestio, per Occhiuto non c’è scampo. Tutto è riconducibile a lui: ditte, denaro, accordi. C’è sempre il suo nome nelle intercettazioni di Potestio che ovviamente non si muoveva di testa sua.

Cosi come per le determine degli affidamenti diretti.  Se da un lato è vero che le responsabilità in questo caso sono riconducibili al dirigente, dall’altro è più che pacifico e provato che le ditte in questione sono tutte riconducibili direttamente ad Occhiuto.

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Pecoraro firmava perché glielo diceva Occhiuto. E di contro Pecoraro era “autorizzato” a dare taluni appaltini anche a qualche suo amichetto. Insomma, una porcheria infinita di cui bisogna prendere atto per far sì che ciò non accada più. Con buona pace di Occhiuto, che a breve, se non alla stampa, dovrà spiegare tutto questo ai giudici.

GdD