L’incredibile vicenda dell’aviosuperficie di Scalea

A settembre del 2016 si apprendeva dalla stampa ufficiale che i lavori per la realizzazione dell’aviosuperficie di Scalea (CS), invece che essere definitivamente sospesi, procedevano a ritmo spedito, tanto che nel 2017 ne era prevista l’ultimazione. A quanto si leggeva sulla stampa, lo scalo aereo sarebbe stato infatti già parzialmente operativo, visto che «a luglio scorso [2016, ndr] sono atterrati diversi turisti svizzeri in transito, a dimostrazione dello stato di avanzamento dei lavori».

Nel ribadire il NO a questa opera pubblica, finanziata dalla Regione Calabria per 2.1 milioni di Euro a valere su fondi Por/Fesr Calabria 2007-2013 e costruita col contributo privato di 3 milioni di Euro mediante lo strumento del project financing (a fronte di una concessione della durata di 25 anni), si ricordavano le principali criticità dell’opera:

A) L’aviosuperficie è costruita nel letto di Fiume Lao, in una zona soggetta ad alluvione, e già dichiarata a «elevata pericolosità idraulica» (P3) nonché a «elevato rischio idraulico» (R3) dall’Autorità di Bacino della Regione Calabria, tale per cui «sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni relativi al patrimonio ambientale»;

scalea B) L’aviosuperficie ricade per buona parte all’interno del Sito di Interesse Comunitario “Valle del Fiume Lao” a motivo della varietà di habitat naturali di interesse scientifico internazionale, mentre per la restante parte non esiste alcuna «zona cuscinetto» intorno al Sito di Interesse Comunitario, nonostante le evidenti «interferenze ecologiche» dovute alla presenza dell’avio-superficie in prossimità di habitat naturali pregiati, già definiti ad «alto grado di vulnerabilità dovuto agli insediamenti antropici vicini» nel documento «Piano di tutela delle acque» della Regione Calabria.

Inoltre, l’infrastruttura è prossima alla Zona di Protezione Speciale “Pollino e Orsomarso” e alla “Riserva Naturale Statale Valle del Fiume Lao”, che ospita numerosi specie di uccelli rapaci, tra cui «l’Aquila RealeAquila chrysaetos, il Gufo reale  Bubo bubo e il Capovaccaio Nephronpercnopterus», che sono definiti come caratterizzati da popolazione a status conservazionistico sfavorevole»;

scalea1C) L’aviosupeficie è costruita in violazione dei vincoli di cui all’art. 42 del D. Lgs. 42/2004, che prevede «aree di rispetto di 150 metri dalle sponde dei fiumi, torrenti e corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle Acque Pubbliche, e di 300 metri dalla linea di battigia costiera del mare e dei laghi»;

scalea2D) L’area è interessata da fenomeni di erosione costiera media, con un arretramento dalla linea di costa che nel Comune di Scalea nel «tratto in corrispondenza della foce del Lao» è calcolata in circa 136 metri.

scalea3A quanto risulta, i lavori di ammodernamento «trasformeranno l’aviosuperficie da semplice scalo turistico nel quale si svolgono attività di scuola volo, paracadutismo, volo a vela ed eliporto ad aeroporto di terza classe», dove è consentito l’atterraggio e il decollo di merci e persone, tramite aerei charter fino a 180 posti.

Tenuto conto della pericolosità del Fiume Lao, che ha un regime torrentizio caratterizzato da ampie variazioni di portata, comprese tra i 4 e i 12 metri cubi al secondo, e ha un apporto di materiale solido annuo maggiore di 125.000 metri cubi, tanto che l’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale parla di «regime violento e rapido» che causa un «notevole trascinamento di materiale solido» in una situazione di «stato di degrado delle opere di difesa idraulica» con «esposizione diretta di edifici, infrastrutture ed altri elementi ai livelli idrometrici delle portate di piena, con Tempo di Ritorno 50, 200 e 500 anni», ci si chiede increduli come sia possibile che la Regione Calabria – nell’ambito del PISL “Riviera dei Cedri sostenibile, accessibile e competitiva” – abbia autorizzato tale progetto. 

Un progetto che prevede tra l’altro la creazione della “pista di decollo TXW (taxi way)”, la realizzazione delle “luci pista disposte ogni 25 m su ambo i lati della pista”, la sistemazione e realizzazione di “uscite di emergenza” sulla attuale pista, inclusa la realizzazione della “torre di controllo”, l’istallazione di “segnalatori di tutti gli ostacoli” che possono interferire con il decollo e l’atterraggio degli aeromobili, e – addirittura – l’uso di aree da impiegare come hangar con servizi, deposito carburante e sosta autobotti di distribuzione con impianto di erogazione ed impianto antincendio.

FONTE: HEY! NOW