Cosenza. L’ingegnere Pianini unto dai Cinghiali: costruttore a tempo pieno e dipendente comunale in congedo

Giovanni Pianini è un uomo di successo. Anzi, un ingegnere di successo. Tutti sanno che costruisce e ha un sodalizio avviatissimo con il cognato, il dottore Gianfranco Scarpelli, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza. Legato a doppio filo al Cinghiale più piccolo, Tonino Gentile. I padroni incontrastati di quella che non a caso definiamo piazza Scarpelli, un tempo piazza Riforma e di tutte le zone confinanti e limitrofe.

Giovanni Pianini, detto l’ingegnere, è con tutta certezza amministratore unico/legale della impresa di costruzione Arteg. Lo sappiamo perché è anche stato tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Catanzaro sull’edilizia sociale. Dove i soldi (e anche parecchi) li sganciava il Cinghiale vecchio, Pino Gentile.

Pianini, tanto per essere più chiari, fa parte di quella ristretta categoria di costruttori definibili “gli unti dai Cinghiali” e ne è certamente uno dei “pezzi grossi”, insieme a Tallarico dei grattacieli, a Logullo, a Grimoli, Fuoco, Sprovieri, Chimenti e agli altri “minori” della cordata. L’ingegnere Pianini, tra le altre cose, sempre nello sconfinato campo dell’edilizia sociale, è anche proprietario dello stabile denominato palazzo Bilotti in via Rivocati n°130. E ha ricevuto per oltre un ventennio un congruo canone dal Comune per l’affitto dell’intero stabile. Dove per molto tempo ha avuto sede l’ufficio affissioni del Comune di Cosenza. Nonché usato da tutte le amministrazioni come casa parcheggio per i cittadini che si trovavano in emergenza abitativa. Sono tantissime le famiglie che in quel fatiscente stabile hanno dimorato. Gli atti parlano di poco più di centomila euro all’anno. Solo da qualche anno finalmente la “vigna” è stata interrotta. In questo caso la ditta si chiamava proprio “Via Rivocati” ma l’amministratore unico era sempre lui. Sostituiva Scarpelli, che avendo incarichi grossi non poteva figurare. E al posto di quel palazzo cadente, quasi come se ci fosse bisogno di un indennizzo (cose da pazzi!) ecco che ne sono nati altri due, con un tempismo eccezionale e spettacolare. Palazzi come fossero funghi: garantisce l’ingegnere.

Pianini costruisce dappertutto. A Cosenza, come accennavamo all’inizio, tutti sanno che è il padrone assoluto di via Rivocati e corso Umberto. Oltre a palazzo Bilotti, infatti, c’è anche lo stabile, pacchiano come un pugno in un occhio, finito di costruire da poco su corso Umberto. Ma lì proprio non si riesce a capire chi abbia costruito. Oddio, lo sanno tutti che è lui ma non si capisce con quale scatola cinese: Arteg, via Rivocati o chissà cos’altro? Fatto sta che non c’era scritto neanche sulla tabella dove doveva esserci scritto per legge. C’è chi può e chi non può. 

Intanto, i beneinformati assicurano che Pianini ha costruito tantissimo anche a Molino Irto e a via Popilia ha “colpito” da maestro realizzando l’ambulatorio dell’Asp e i due palazzoni di contorno vicino alla sede della polizia stradale.

Recentemente, ed è l’ultima della serie, Pianini ha deciso di abbattere un altro fatiscente palazzo di sua proprietà, sito a corso Umberto 1, dove attualmente risiedono ancora alcune famiglie in “emergenza abitativa” (affitto regolarmente pagato dalla pubblica amministrazione). Ma una alternativa al momento dove sistemare le famiglie non c’è e a quanto pare in questi mesi Pianini è molto nervoso perché non riesce a risolvere il problema ed è arrivato a miserie umane senza precedenti: chiudere l’acqua ai residenti con il consenso del Comune… E una delle famiglie in questione proprio nei giorni scorsi ha protestato in maniera sacrosanta occupando la stanza del presidente del Consiglio, notoriamente “a disposizione! dell’ingegnere.

Ciliegina sulla torta? Alla grande festa dei palazzinari per il prossimo sacco di Gergeri non poteva mancare lui, Giovanni Pianini, classe 1957, dominus in questo caso della B. P. Costruzioni Srl. Siamo davanti a un “re” assoluto delle costruzioni, a un dominus incontrastato. E tutto puoi immaginare, tranne che l’ingegnere Pianini abbia già un altro lavoro. Sembra impossibile che, con tutto questo sbattito di lavori in corso, Pianini sia anche qualcos’altro.

E invece sbagliavamo di grosso. Tempo fa, quasi per caso, abbiamo scoperto che Giovanni Pianini, incredibile ma vero, è un dipendente del Comune di Cosenza. A tempo indeterminato… E ormai in procinto di andare in pensione! Secondo voci molto attendibili il lieto evento è previsto per il prossimo mese di febbraio!

Pianini – che sarebbe tornato in servizio per qualche settimana in attesa della pensione – è inquadrato nella struttura organizzativa del Settore 2 – Affari Generali.

Sì, avete capito bene. Il costruttore Pianini, l’ingegnere che mette mattoni dappertutto, che si è fottuto anche milioni di euro all’anno di affitto e che risulta amministratore unico di aziende di costruzioni è anche… un dipendente del Comune e per giunta nel settore degli Affari Generali. Della serie: propongo il progetto, me lo approvo e me lo finanzio da me… Tutto e il contrario di tutto. Conflitti d’interesse a na lira.

Nonostante questo, silenzio assoluto. Se non avessimo visto quanto stiamo per raccontarvi, mai e poi mai avremmo solo immaginato che Pianini potesse essere un dipendente del Comune.

Sì, perché abbiamo scoperto che era stata firmata una determina con la quale il signor Pianini stava prendendo congedi (per fortuna non retribuiti, e ci mancherebbe pure!) a dire basta perché doveva “accudire la propria madre”. Ebbene sì.

180 giorni dall’8 giugno e poi altri 180 a partire dall’8 dicembre 2015.

“… durante tale periodo – si legge nella determina -, il lavoratore conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa…”.

Ora, sarebbe stato davvero interessante seguire il signor Pianini e vedere cosa faceva a quel tempo durante il giorno ma, sinceramente, non sarebbe neanche servito, tanto è palese e marchiana la situazione di privilegio di questo signore. Oggi ci dicono che l’ingegnere è rientrato a Palazzo dei Bruzi… e menu mali… dicimu a Cusenza. In ogni caso, dopo anni e anni di ruberie, abbiamo capito che spesso, anzi quasi sempre, la realtà supera la fantasia!