Liste d’attesa infinite e sanità pubblica allo sbando, l’inchiesta di PresaDiretta

Cinquecentodiciassette giorni di attesa per una visita reumatologica in Calabria, a Cosenza per la precisione. La signora Giacomina Durante, consigliera nazionale dell’APMAR, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, riceve continui e disperati messaggi di aiuto di persone che non riescono più a curarsi. Parte dalla Calabria il viaggio di Riccardo Iacona e la squadra di PresaDiretta nella lenta agonia del Servizio Sanitario Nazionale. Con “Salviamo la sanità pubblica”, in onda ieri sera su Rai3. PresaDiretta ha attraversato l’Italia, da sud a nord, per parlare con il personale sanitario e con i pazienti, è entrata negli ospedali pubblici, negli ambulatori e nelle cliniche private.

Rubens Curia, portavoce di Comunità competente, afferma quasi desolato: “In Calabria ci sono 90-100mila famiglie fuori dalla cura”. “Su 2 milioni di abitanti – gli fa eco Iacona – è un grande scandalo”. Un esempio, ancora da Curia: “Qui la spesa odontoiatrica è bassa non perché abbiamo denti sani ma perché la gente non ha i soldi per curarsi”. Altro caso: “Noi studiamo l’aspettativa di vita in buona salute: a 52 anni in Calabria si va verso cronicizzazioni, a Bolzano 69. Una differenza enorme che dipende da un fattore: in Calabria le persone devono scegliere se mangiare o farsi curare”. E per farsi curare sempre più spesso (per non dire sempre) sono costrette a rivolgersi al privato.

PresaDiretta ha dato voce anche ad una serie di associazioni di volontariato che cercano con grande coraggio di sopperire al disastro della sanità pubblica sapientemente “organizzato” dai politici corrotti della Calabria, che fanno di tutto per favorire i boss della sanità privata. Da “Gli altri siano noi”, che aiuta persone con disabilità di sviluppo di ogni genere, ad “Onco Med”, un servizio ideato per dare una mano a chi ha gravi problemi oncologici, alla già citata associazione per le malattie reumatologiche e a “Donne e diritti” di San Giovanni in Fiore. che si trova a fare i conti con un doppio abbandono: quello della sanità pubblica e quello delle aree interne. Un disastro totale su tutti i fronti. 

Ma la crisi della sanità pubblica ormai è diffusa in tutto il Paese: negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 37mila posti letto, si sono dilatati a dismisura i tempi di attesa per tac, mammografie, interventi e visite specialistiche, è aumentato il rischio per i pazienti con le patologie più gravi, come gli oncologici.

PresaDiretta ha raccolto l’allarme di medici e infermieri. Mancano 150mila medici e 300mila infermieri rispetto alle medie dei Paesi europei dove la sanità pubblica è più sviluppata, che andrebbero assunti nei prossimi 10 anni per riempire i buchi in organico e i pensionamenti. I turni sono massacranti e gli stipendi troppo bassi, tanto che da un sondaggio condotto dal principale sindacato dei medici ospedalieri è emerso che 1 medico su 3 se potesse, lascerebbe la sanità pubblica. Poi c’è l’emergenza nell’emergenza, quella dei medici dei Pronto Soccorso italiani, se ne perdono circa 100 ogni mese: lasciano “la linea del fronte”, semplicemente non ce la fanno più.

E tra i pazienti chi può, paga. Nel 2021 la spesa privata dei cittadini italiani che hanno messo mano al portafoglio pagando di tasca propria le cure, è stata di 37 miliardi di euro. Ed è in forte crescita anche la spesa sanitaria erogata attraverso fondi integrativi e assicurazioni private, come per esempio quelle stipulate dai datori di lavoro per i propri dipendenti. La sanità privata e quella in convenzione diventano sempre più forti e quella pubblica si impoverisce.

La tutela della salute non è un diritto sancito dalla nostra Costituzione?