L’omicidio Messinetti e i pagamenti al poliziotto corrotto

Una cosa è certa tutti i pentiti parlano di talpe, infedeli, e corrotti, nelle forze dell’ordine: carabinieri, polizia, polizia penitenziaria (non ho letto di appartenenti alla guardia di finanza, nessuno li nomina). Ma anche di giudici, avvocati, dirigenti della pubblica amministrazione, commercialisti, e professionisti vari. In questa seconda parte della cantata, Adolfo da specifiche per risalire agli infedeli.

… Insieme a Rango erano presenti M. E., detto B., F.C. e A. I.. Queste tre persone, benchè fossero presenti, non hanno inferto nessun colpo a Messinetti, che venne colpito dal solo Rango. Rango venne tratto in arresto in quanto il suo nome era stato fatto dalla sorella di Messinetti nel corso di una intercettazione telefonica. Voglio precisare che, secondo quanto riferitomi da Rango, qualche calcio a Messinetti era stato tirato dal solo A. I..

Dal carcere Rango mandò una mbasciata ad E. S. perché M. E., F. C. e A. I. si autoaccusassero dell’omicidio di Messinetti, falsamente, al fine di attenuare la sua responsabilità. Non so bene come questa mbasciata è arrivata ad E. S. che però so, poteva contare su più agenti di polizia penitenziaria.

Di costoro non conosco i nomi ma li conosco e li potrei riconoscere in foto. Fra gli altri ricordo il nome di tale L., che è un appartenente della polizia penitenziaria che abita vicino a casa mia in via Panebianco di Cosenza. Io ed E. S. ci siamo immediatamente attivati per eseguire l’ordine di Rango. Per quanto concerne A. I., che era un uomo di P., ci siamo rivolti a quest’ultimo il quale però rifiutò di costringere A. I. a costituirsi mentre M. E. e F. C. non poterono rifiutarsi.

Entrambi affrontammo io e E. S., dicendo loro che, autodenunciandosi, avrebbero presto usufruito degli arresti domiciliari e pertanto potevano costituirsi. In cambio avremmo pagato le loro spese legali e li avremmo mantenuti consegnando mensilmente 1.800 euro a F. C. che era un nostro affiliato, mentre M. E., che non era affiliato e non aveva famiglia, doveva accontentarsi di 500 euro al mese.

In quello stesso periodo sempre io e E. S. facemmo richieste di denaro ai familiari di C., per il tramite di un parrucchiere, nostro amico e parente dei figli di C..

Questo parrucchiere si chiama I. C.. Il parrucchiere ci disse che i figli di C. non erano intenzionati a pagarci neanche le spese legali che avevamo sostenuto per la vicenda conseguente all’omicidio Messinetti. Non ho ricordo di atti di intimidazione posti in essere nei confronti dei figli di C. per costringerli a pagare. Ribadisco che sono certo che costoro non hanno pagato, anzi, a detta di C., erano pronti a denunciarci.

Anche per questa vicenda abbiamo desistito dall’insistere con le intimidazioni in danno dei C. perché E.C. ci aveva avvisato che dalla microspia piazzata a casa di Rango erano conseguite delle indagini. Naturalmente la fonte di E. C. era il poliziotto suo amico. Sempre questo poliziotto, sempre per il tramite di E. C., aveva informato Rango del fatto che era stata piazzata una telecamera davanti l’abitazione in via Popilia, di Daniele Lamanna.

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Rango mi diceva che la telecamera era stata trovata e smontata da persone incaricate da Rango sulla base delle indicazioni fornite da E. C. che quest’ultimo aveva ricevuto dal poliziotto. Questa telecamera è stata rinvenuta poco prima del nostro arresto del novembre del 2014. Sempre prima del nostro arresto nel 2014 sempre su indicazione di E. C., che era stato informato dal poliziotto, era stata rinvenuta una microspia sull’Audi A3 in uso a C. B. detto U Z.

L’auto di cui sto parlando era stata acquistata da E. C. a Natale del 2013, la ebbi in uso per qualche giorno, ne ruppi la turbina e, dopo averla riparata, la consegnai a C. B. A detta di E. C., C. B. si era intestato l’auto. Preciso: E.C. mi disse soltanto che quest’auto era stata acquistata da C. B. e quindi non so se l’aveva intestata. Ho visto la microspia rinvenuta a bordo di quest’auto perché mi è stata mostrata da Rango Maurizio che l’aveva appena rinvenuta e me la mostrava insieme a C. B. in via degli Stadi, nei pressi del bar di C. P., in particolare: nei pressi di un magazzino nella disponibilità della figlia di C. B. ove la microspia venne nascosta dopo essere stata rinvenuta.

Questa Audi A3 è stata acquistata da una concessionaria sedente in Roma, amministrata da tale M. che è una persona di Cosenza molto amica di Rango, che gestisce una concessionaria, insieme ad un’altra persona, della quale non ricordo il nome. Questa concessionaria si chiama Zeromille. M. aveva stretto rapporti con Rango, fra il 2012 e il 2013, perché gli chiese di recuperare un credito di 2.500 0 5.000 euro che il proprio fratello F. vantava nei confronti di A. I.

F., fratello di M., aveva fornito ad A. I. della carne per un supermercato sedente in Paola che è un ex Md che A. I. aveva acquistato, in virtù di un rapporto usurario, da tale F. F. Ricordo che mi occupai io di questo recupero, incontrai, a Paola, A. I., il quale mi disse di essere vicino a Franco Muto. Io insistetti dicendo che malgrado il rispetto che dovevo a Franco Muto, siccome il fratello di M. era vicino a noi, occorreva riconoscergli il credito.

Dopo qualche giorno, ricordo di avere incontrato, in Cosenza, C. C., fratello del più noto T.. Preciso che C. C. è il soprannome. C. C. parlava in nome e per conto di Franco Muto e disse a me, alla presenza di Rango Maurizio e di F. F., che compa’ Franco Muto aveva ordinato ad A. I. di pagare il credito al fratello di M. Quest’incontro è stato effettuato nei pressi del Bio Control, ove la moglie di C. C. doveva fare un controllo. Pertanto, A. I. ha pagato il debito che aveva nei confronti di F. fratello di M.

macchina lusso

M. vende auto usate di ogni marca, specie tedesche. Ci ha fornito molte auto, non so indicare precisamente quante. Tutte le persone a noi vicine potevano, per il tramite di M., avere auto anche importanti, a prezzi molto convenienti. Le auto venivano acquistate a prezzi di costo. Proprio questa disponibilità di M. mi ha fatto sempre pensare che Maurizio Rango e T. A., figlio di B., investissero del denaro nella concessionaria dello stesso M.

Sempre per il tramite del confidente di E. C., avevamo saputo che erano pronti gli ordini di cattura per tutti gli esponenti del nostro clan. Immediatamente dopo il fermo, patito da me e da Rango, quando io e Rango, per l’appunto, abbiamo ricevuto la notifica dell’ordinanza custodiale per 416 bis, cioè il giorno 27 novembre 2014, Rango mi diceva che T. B., E. S. e C. U Z., erano sfuggiti alla cattura proprio in virtù delle informazioni passateci da E.C.

Rango era desolato, mi diceva che io e lui eravamo stati arrestati in quanto il fermo conseguiva ad indagini dei carabinieri, pertanto l’informatore di E. C. , che era un poliziotto, nulla ci aveva potuto dire. Non so, invece, perché si fosse dileguato Daniele Lamanna che non riuscivo a rintracciare già molto tempo prima della notifica del fermo. Ovviamente l’informatore di E.C. veniva “ringraziato” in modo costante e diverso.

Rango aveva sparso in giro la voce che quest’informatore era così importante da dover essere accontentato qualsiasi richiesta avesse fatto. In più occasioni, giustificava esborsi di 1.000 o 2.000 euro dicendo che doveva consegnargli ad E. C. che, a sua volta, doveva pagare il poliziotto.

I soldi venivano consegnati al poliziotto, non con cadenza fissa, ma secondo le sue esigenze. Fra i favori che facemmo a questo poliziotto ricordo che, nel 2013, io e Rango ed altri importanti componenti del nostro gruppo avemmo in carico, per il tramite di E. C., di rinvenire un motorino Scarabeo che era stato rubato. Non sono sicuro di che tipo di motorino si trattava, sono certo però del fatto che Rango, personalmente, si diede da fare per rinvenirlo.

Rango incaricò anche me, G. P., io chiesi anche a R. P. fintantoché Rango non mi disse di averlo trovato. Mi sembra che per questo motorino era stata sporta regolare denuncia. La richiesta del rinvenimento del motorino veniva dal poliziotto in quanto il motorino era stato sottratto ad una persona a lui molto cara. Preciso che non so se il motorino fosse di una persona cara al poliziotto o dello stesso poliziotto.

Sempre a detta di Rango, per questo poliziotto, sempre per il tramite di E. C., è stato acquistato un I-Phone, ancora al poliziotto venivano forniti pezzi di ricambio da C.. Costoro hanno un rapporto con la malavita organizzata cosentina dello stesso tipo di quello del meccanico R. P., nel senso che ci devono vendere i pezzi di ricambio a prezzo di costo. Tengo a precisare che i pezzi di ricambio venivano acquistati da noi a prezzo di costo, consegnati a E. C. che poi li consegnava al poliziotto.

Presso C. lavorano parenti ed amici di F.P.. Favorivamo il poliziotto anche tramite il V. Gomme che è persona che ci paga il pizzo. In questo caso era E. C. a prelevare le gomme da V. che non pagava e V. scontava il prezzo di costo delle gomme da quanto ci doveva a titolo estorsivo.

Voglio precisare che ora ho ricordato che per costringere i figli di C. a darci del danaro l’auto di uno dei figli di C., per l’appunto, è stata colpita da colpi d’arma da fuoco sparati da A. T. detto lo S. che agiva per ordine di Rango. Questi colpi sono stati inferti durante il periodo in cui Rango era ai domiciliari. Al poliziotto sono stati forniti anche pezzi di ricambio per auto da R. P.. Non so se a P., per acquistare i pezzi di ricambio si rivolgesse il E.C. o direttamente il poliziotto, comunque i pezzi di ricambio erano forniti a prezzo di costo.

2 – (fine)