Longobucco/3, guerra tra bande (politiche): Bevacqua e Falcone

La nostra inchiesta su Longobucco non sarebbe completa senza scrivere di Mimmo Bevacqua, il consigliere regionale del PD che alla fine ha sostenuto la banda di Giovanni Pirillo anche se tra i due non correva certo buon sangue perché furono rivali proprio alle elezioni regionali del 2014. In quella sfida, tuttavia, Bevacqua trionfò a mani basse prendendo un sacco di voti. Non 9mila come il generale Graziano, che – come abbiamo visto – ha messo in moto la sua gioiosa macchina da guerra di clientele, soldi e… tutto il cucuzzaro, ma pur sempre una bella cifra.

Ma da dove sono venuti e vengono i seimila voti e più che Bevacqua ha raccolto nelle regionali del 2014 e che ha addirittura aumentato il mese scorso? Ci sono percorsi e segreti nascosti ma certo la sua esperienza di assessore provinciale per due consiliature e di vicepresidente al’ombra di Palla Palla, ha fruttato eccome.

Soprattutto il settore della Formazione Professionale e del Lavoro, che ha gestito con grande oculatezza guardando sempre agli interessi personali, di gruppi, associazioni e lobby varie.
Ma anche alle assunzioni clientelari in Provincia di gente come Francesco Falcone, oggi presidente regionale di Legambiente Calabria, amico e paesano, oggi impiegato a tempo pieno nei ruoli della Provincia proprio nel settore della Formazione Professionale.

Non sembri strano a nessuno, allora, se nel 2017 il fratello del Falcone è stato candidato nella lista del PD alle comunali di Longobucco a sostegno del candidato sindaco Giovanni Pirillo, il nome nuovo tirato fuori dal cilindro di “Chiù Chiù”, come viene chiamato Bevacqua a Longobucco. Come dire, il “filo (bianco)rosso” continua e si rafforza.
La gestione clientelare della Formazione professionale gli ha garantito una certa posizione politica diventando per un periodo lo “chauffeur” preferito di Mario Oliverio, salvo poi tradirlo quando i propri interessi non hanno coinciso più con i suoi. A Roma poi finora ha sempre trovato il paracadute giusto, che per il prode Mimmo si chiama Dario Franceschini, che evidentemente lo ha preso a ben volere.

Bevacqua è il signore del feudo longobucchese per il centrosinistra, non si muove foglia che lui non voglia nella cittadina silana, con quel gruppo di seguaci che si è creato e ai quali dispensa favori e cene.

I maligni dicono anche che ha messo le mani sulla costruzione della strada Sila-Mare a Longobucco: gestirebbe alla sua maniera le assunzioni degli operai, delle commesse, dei subappalti sui materiali, con la collaborazione determinante di funzionari regionali del settore Lavori pubblici con i quali ha un feeling ormai da anni.
E avrebbe piazzato fior di amici nell’ufficio Migranti creato alla Provincia di Cosenza quando ancora Carminati e Buzzi non avevano neanche pensato ai loro affari. Pensate un po’ come siamo avanti in Calabria, a Cosenza e specialmente a Longobucco, lo specchio del malaffare approdato ormai alla ribalta nazionale…

3 – (fine)