L’ordinanza del gip: “Salerno, per 20 anni gare d’appalto aggiudicate in maniera illegale”

(di Titti Beneduce – corrieredelmezzogiorno.corriere.it) – «Accurate investigazioni hanno disvelato che sin dal 2002 l’attribuzione di servizi in favore di enti caratterizzati da scopi mutualistici era irregolare (per l’assenza di requisiti in capo alle cooperative, necessari per l’assegnazione dei servizi da parte del Comune di Salerno) grazie alla complicità di funzionari pubblici che hanno agito non per il buon andamento della pubblica amministrazione, bensì per tornaconti personali o comunque di parte». Dunque, scrive il gip Gerardina Romaniello nell’ordinanza notificata nelle scorse settimane a dieci persone tra cui il «re delle coop» Fiorenzo Zoccola, sono quasi vent’anni che a Salerno le gare di appalto vengono aggiudicate in maniera illegale. E in questi vent’anni è compreso per intero il periodo in cui Vincenzo De Luca, attuale governatore indagato per corruzione, è stato sindaco della città dopo i primi mandati degli anni Novanta: è stato infatti eletto nel 2006 e nel 2011 prima di diventare, nel 2015, presidente dell Regione. Al momento gli inquirenti non scoprono le loro carte, ma verosimilmente ritengono che un sindaco «forte» e presente sul territorio come De Luca non potesse non accorgersi di un malaffare durato tanti anni che avveniva proprio sotto il suo naso, Anche in un altro passaggio il gip insiste su questo concetto: «Il lungo periodo di tempo nel quale le condotte sono state poste in essere è indice della cronica distorsione del potere amministrativo facente capo a taluni pubblici funzionari che hanno durevolmente e deliberatamente tradito il pubblico interesse. Tale ultimo aspetto rende i fatti particolarmente gravi».

LE INDAGINI

Certamente le indagini sul conto del governatore hanno subìto un’accelerazione nei mesi scorsi, dopo la perquisizione nelle sedi delle cooperative controllate direttamente o indirettamente da Zoccola. Nella sede di Terza Dimensione, in particolare, è stata rinvenuta la fattura emessa dal ristorante di Salerno che ospitò una cena nel febbraio 2020 alla quale era presente anche De Luca, per un importo di 650 euro; il conto fu pagato con la carta di credito della cooperativa. La circostanza dell’incontro conviviale, del resto, è confermata sia da alcune intercettazioni telefoniche avvenute nei giorni precedenti sia attraverso un servizio di osservazione compiuto all’esterno del ristorante dagli agenti della squadra mobile. Il servizio era stato predisposto proprio per verificare l’attendibilità delle persone intercettate. Ulteriore impulso alle indagini (il fascicolo è dei pm Elena Cosentino e Guglielmo Valenti, che indagano con il coordinamento del procuratore, Giuseppe Borrelli, e dell’aggiunto Luigi Alberto Cannavale) è arrivato dalle dichiarazioni di Zoccola, che in due lunghi interrogatori investigativi avvenuti dopo l’arresto ha fornito particolari importanti sui suoi rapporti con la famiglia De Luca. Ha spiegato per esempio che i riferimenti politici della sua cooperativa erano «esclusivamente Vincenzo e Roberto De Luca» (uno dei figli del governatore, ndr), mentre «con Piero De Luca (l’altro figlio, ndr) non ho rapporti perché non c’è affinità». Roberto e Piero non sono però indagati.